DIDIER

FRANCIA 1997
Quando torna a casa in Francia, Annabelle vorrebbe riprendersi il cane che aveva affidato all'amico Didier. Ma nel frattempo il Didier-uomo è diventato un Didier-cane, e si comporta in maniera strana e imprevedibile. Maria, innamorata di lui, lo trova stranamente ben disposto e remissivo. Quando Annabelle lo porta a Parigi da una sensitiva, Didier viene ingaggiato come calciatore e si ritrova a giocare un'importante partita di calcio. Al ritorno, Maria ha imparato a conoscerlo meglio, Annabelle va di nuovo via. Anche Didier ha adesso più chiara la propria situazione e quello che deve fare nella vita. In taxi, Didier torna uomo, poi arriva una luce e ridiventa cane. Ma ormai la pace con Maria è fatta, e il futuro tra loro appare più sicuro.
SCHEDA FILM

Regia: Alain Chabat

Attori: Jean-Pierre Bacri - Jean Pierre Costa, Alain Chabat - Didier, Isabelle Gélinas - Maria, Lionel Abelanski - Charly Abitool, Jean-Marie Frin - Richard Guerra, Caroline Cellier - Annabelle, Chantal Lauby - Solange, Josiane Balasko - Dieudonne'

Soggetto: Alain Chabat

Sceneggiatura: Alain Chabat

Fotografia: Laurent Dailland

Musiche: Philippe Chany

Montaggio: Roland Baubeau, Ammick Filley

Durata: 100

Colore: C

Genere: FANTASY

Produzione: KATHARINA/RENN PRODUCTIONS, TF1 FILM PRODUCTION, CHEZ WAN CON LA PARTECIPAZIONE DI CANAL +

Distribuzione: CECCHI GORI DISTRIBUZIONE (1999) - CECCHI GORI HOME VIDEO.

CRITICA
"'Didier' è una commedia allegra. Sa divertire la platea, senza inventare nulla di nuovo e partendo da un luogo comune: 'il cane è il migliore amico dell'uomo'. Chabat aggiunge effetti speciali al momento giusto, quando le briglie dell'attenzione sono allentate e le trovate comiche iniziano a scarseggiare. Senza eccedere in assoli istrionici, regala il giusto spazio agli altri attori. E la colonna sonora, ironica e intelligente fa il resto (geniale il ritornello da discoteca 'Let Me Be Your Dog'). In fase calante però sorge un dubbio: film o spot? 0 meglio quanto Canal Plus c'è nella pellicola? L'elemento calcio nella prima parte motivo della trama, diventa nel secondo tempo il vero protagonista. Tanto da protrarre la pellicola quasi ai tempi supplementari; relegare in secondo piano la conclusione della vicenda; concentrare ogni emozione sulla partita. E addio cane". (Cristina Giuliano, 'Film')