Corpo e anima
Testrol és lélekrol

- Regia:
- Attori: - Mária, - Endre, - Klára, - Jenó, - Sándor, - Zsóka, donna delle pulizie, - Psicologo di Mária, - Zsuzsa, - Moglie di Jenó, - Detective, - Béla, - Rózsi, - Sári
- Sceneggiatura: Ildikó Enyedi
- Fotografia: Máté Herbai
- Musiche: Ádám Balázs
- Montaggio: Károly Szalai
- Scenografia: Imola Láng
- Costumi: Judit Sinkovics
- Effetti: Balázs Novák, Béla Klingl
-
Altri titoli:
On Body and Soul
Testrõl és lélekrõl
Teströl és Lélekröl - Durata: 116'
- Colore: C
- Genere: DRAMMATICO
- Specifiche tecniche: (1:2.39)
- Produzione: INFORG, M&M FILM KFT
- Distribuzione: MOVIES INSPIRED (2018)
- Data uscita 4 Gennaio 2018
TRAILER
RECENSIONE
Due cervi si guardano nel ghiaccio, a distanza, si avvicinano con cautela, quasi si sfiorano e poi scappano. Nell’incipit di On Body and Soul (questo il titolo internazionale), in cui l’ungherese Ildikò Enyedi (Simon magus) torna al lungometraggio dopo quasi 18 anni, c’è chiuso il racconto e l’andamento del film, le atmosfere e i sentimenti con una precisione quasi programmatica o didascalica.
Orso d’Oro a Berlino 2017, il film racconta della curiosa storia d’amore tra Endre, il direttore di un mattatoio con un braccio paralizzato, e Maria, nuova ispettrice del controllo qualità la cui menomazione è affettiva. I difficili tentativi di avvicinamento si sbloccheranno quando scoprono di fare lo stesso sogno, in cui sono due cervi che vivono nel bosco ghiacciato. Tutto giocata su metafore e allegorie evidenti fin dalla prima scena (l’utilizzo degli animali, degli oggetti, delle disfunzioni psichiche e fisiche: tutto ridonda e sottolinea il cuore del film), la sceneggiatura della stessa Enyedi compone un quadro curioso, in cui la commedia sentimentale diviene bizzarra e straniante ricognizione psicologica ed esistenziale.
Al fondo di Corpo e anima ci sarebbe “soltanto” il corteggiamento di due animali solitari che sfidano le loro remore (non solo l’anaffettività compulsiva di Maria, anche la pace dei sensi di Endre) per avvicinarsi, per tornare a vivere possibilmente insieme: è il lavoro che Enyedi fa attorno ai personaggi che porta il film un passo oltre, l’utilizzo di inquadrature perfette dentro cui sbozzare le imprecisioni dei sentimenti, una messinscena sapiente e ironica che supera gli schematismi e le programmaticità dello script.
Un film bizzarramente normale, sempre a rischio di stufare lo spettatore con le stranezze dei suoi personaggi, sempre sul sottile limite della macchietta e dell’umorismo non calibrato, ma che si fa apprezzare per l’occhio attento, per la distanza giusta dalle situazioni, per il calibro con cui leviga le interpretazioni di Alexandra Borbély e Geza Morcsany e sa gestire i momenti più a rischio. Un buon ritorno.
NOTE
- ADDESTRATORE DI ANIMALI: ZOLTÁN HORKAI.
- CANDIDATO ALL'OSCAR 2018 COME MIGLIOR FILM STRANIERO.
CRITICA
"(...) Enyedi ritrova almeno un po' quel tocco da favola del suo primo film, l'unione misteriosa che può accadere tra due esseri umani, anche sconosciuti, forse legati da un filo misterioso, da un'affinità che è quella della solitudine, di un sentimento che li allontana dal mondo. In fondo 'On Body and Soul' è una storia d'amore che non segue le traiettorie (narrative) abituali, due si incontrano, si piacciono, si studiano poi si baciano e fanno l'amore anche se l'attrazione a distanza tra i due protagonisti è densa di erotismo e sensualità. E' il mistero di uno sguardo obliquo, la palpitazione impossibile, la sorpresa spaventosa e insieme magica di scoprire qualcuno che vive nel tuo stesso sogno, anche se impossibile, anche se doloroso. (...) Dalle prime sequenze, piuttosto dure che restituiscono il ciclo della macellazione degli animali si arriva agli interni geometrici, senza sbavature dove vivono i due personaggi, così simili alle loro teste: corpi e anime, i movimenti si specchiano nelle geometrie dei luoghi, nella condizione del loro quotidiano. Si possono probabilmente leggere molte cose in questo film, non sempre riuscito nella sua ambizione, e nel controllo delle scelte narrative e di regia, la metafora dei nostri tempi, l'isolamento, l'impossibile empatia (quasi post-antonioniana ma certo Antonioni mai avrebbe messo piede in un macello). lo preferisco vederci una strana storia d'amore, punteggiata di gesti goffi, di una tenerezza che sembra impossibile tra le stanze piene di sangue degli animali ogni giorno, del bisogno di credere che uscire dalle proprie nevrotiche paure - degli altri, del mondo, di amare, di stare male - è possibile. Forse non accade ma ci si può provare, fino a sembrare fuori di testa. Può sembrare contorto come tutto ciò che non si riconosce, sospensione del reale per la sua essenza, un paesaggio indistinto che appartiene al vissuto. Un po' come i film della regista che si avventurano su territori eccentrici, compiendo detour anche rischiosi." (Cristina Piccino, 'Il Manifesto', 11 febbraio 2017)
"(...) una storia d'amore insolita ambientata nel mondo di tutti i giorni, basata soprattutto sul dualismo di sonno e veglia, mente e materia." (´L'Unità´, 19 febbraio 2017)