COLLEGE

ITALIA 1984
Arianna, 18 anni, accompagnata dai tutori e pilotando il suo elicottero personale è in volo verso un "College" femminile di alta classe, per frequentare l'ultimo anno di liceo. Durante il viaggio incrocia sulla sua rotta un altro elicottero pilotato da Marco, un cadetto dell'Accademia militare. L'incontro fra i due prende immediatamente la piega di un rapporto sentimentale, favorito dalla vicinanza tra il "College" e l'Accademia militare. Le collegiali da una parte e i cadetti dall'altra fanno da contorno coreografico - con esibizioni di ballo, di nuoto sincronizzato, di paracadutismo e di majorettes - ad una vicenda che non potrà non sfociare - sia pure tra diffidenze e gelosie - nel matrimonio, affettivo e affaristico, tra i due.
SCHEDA FILM

Regia: Castellano, Pipolo

Attori: Federica Moro - Arianna, Christian Vadim - Marco, Michele Mariotti, Maria Pia Marsala, Francesca Mori, Milla Sannoner, Fabrizio Rogano, Graziella Polesinanti, George Hilton, Nicola Farron, Claudia Dietrich, Antonio Barrios, Fabrizio Baga

Soggetto: Castellano, Pipolo

Sceneggiatura: Pipolo , Castellano

Fotografia: Sebastiano Celeste

Musiche: Claudio Simonetti

Montaggio: Antonio Siciliano

Scenografia: Castellano

Durata: 96

Colore: C

Genere: COMMEDIA

Specifiche tecniche: NORMALE

Produzione: CLEMI CINEMATOGRAFICA

Distribuzione: TITANUS

CRITICA
"Sulla scia de "Il tempo delle mele" il peggior film della coppia Castellano & Pipolo, con un protagonista insopportabile e scialbo, e una civetta se non altro graziosa. Ma l'uragano di banalità supera i livelli di guardia." (Francesco Mininni, Magazine italiano tv)

"E' un miscuglio del filone "polizia" con quello giovanilistico imperante nella produzione nazionale. Un prodottino abbastanza rifinito, formalmente levigato, stracolmo di stereotipi e malamente corretto con l'ironia." (Laura e Morando Morandini, Telesette)

"Il prodotto è di stereotipata falsità e fa pensare a una torta di panna bella a vedersi ma priva di sapore. In quanto ai ragazzi del cast non si può parlare certo di recitazione, ma Federica Moro è spontanea con brio e ha un'ottima e fresca presenza scenica mentre Christian Vadim ha il romanticismo, lo slancio e il phisique du role richiesto dal suo personaggio. La regia appare debole in generale ma in singoli sketch, nei balletti acquatici, nel numero musicale del Gala dell'Accademia Militare rivela un mestiere che andrebbe misurato su storie più robuste e idee più originali. La musica e del maestro Claudio Simonetti e la patinata, curatissima fotografia è firmata da Sebastiano Celeste." ('Il Corriere della Sera', 11 Dicembre 1984)

"Tra flirt e piccoli litigi tanto innocui quanto noiosi questi spensierati ragazzi si esibiscono anche in un impacciato valzer che ricorda l'anacronistico ballo delle diciottenni e bloccano appena in tempo un tentato aborto. Il film procede lentamente alla ricerca, purtroppo senza esito, di qualche situazione gustosa, di una manciata di battute divertenti. Ma tutto resta dolciastro e senza grinta.
Con un college e un'accademia di questo genere si finisce per rimpiangere scherzi e battute da caserma, quella vera." (Alessandro Cannavò, 'Il Giornale', 5 Dicembre 1984)

"Film per giovani del riflusso, cioè americanizzante e cartolinesco (o fumettistico) questo imbastito dalla nota ditta Castellano & Pipolo ci proietta in un improbabile mondo d'élite dove le signorine studentesse frequentano il college 'Il Gabbiano' e i signori studenti un'arcadica Accademia di marina. Entrambi i gruppi appaiono governati da una finta disciplina di ferro affidata per le ragazze a una matura direttrice pronta a esibirsi nei balli alla moda e per i futuri ufficiali a un capitano di vascello tipo 'Bolero', coadiuvato da un sergente di colore. Tra i giovani vicini di collegio, tra scherzi e dispetti sboccia naturalmente l'amore e la coppia leader, formata dal bel Marco e dalla bella Arianna, entrambi ovviamente ricchissimi, l'approdo di fine corso e il matrimonio. Giocato sui toni della satira amabile il film alterna scorci godibili a pantomime di circostanza." ('Il Resto del Carlino', 2 Novembre 1984)