Ciao, Charlie

Goodbye Charlie

USA 1964
Charlie, sceneggiatore hollywoodiano famoso soprattutto per le sue numerose relazioni sentimentali anche con donne sposate, viene ucciso in circostanze misteriose. George Wellington Tracy, amico da sempre di Charlie, viene nominato suo esecutore testamentario e deve vedersela con un fatto straordinario. Pochi giorni dopo la morte di Charlie arriva a casa sua Virginia, una ragazza bellissima che sostiene che Charlie si sia reincarnato in lei. La ragazza sembra essere a conoscenza di molti segreti di Charlie e, dopo aver contattato molte delle sue ex amanti, spilla loro grosse somme di denaro per tenere nascosta la verità. Arricchitasi velocemente, Virginia viene uccisa anche lei in un modo simile a Charlie. Che farà George quando si vedrà arrivare a casa un'altra splendida ragazza con un cane che sostiene di essere l'ennesima reincarnazione di Charlie?
SCHEDA FILM

Regia: Vincente Minnelli

Attori: Tony Curtis - George Wellington Tracy, Debbie Reynolds - Charlie Sorel/Virginia Mason, Pat Boone - Bruce Minton, Joanna Barnes - Janie Highland, Ellen Burstyn - Franny Salzman, Laura Devon - Rusty Sartori, Martin Gabel - Morton Craft, Roger C. Carmel - Ispettore, Harry Madden - Charles Sorel, Myrna Hansen - Starlet, Walter Matthau - Sir Leopold Sartori, Sidney Guilaroff - Proprietario del salone di bellezza

Soggetto: George Axelrod - testo teatrale

Sceneggiatura: Harry Kurnitz

Fotografia: Milton R. Krasner

Musiche: André Previn

Montaggio: John W. Holmes

Scenografia: Richard Day, Jack Martin Smith

Arredamento: F. Keogh Gleason, Walter M. Scott

Costumi: Helen Rose

Effetti: L.B. Abbott, Emil Kosa Jr.

Altri titoli:

Adiós, Charlie

Au revoir Charlie

Durata: 117

Colore: C

Genere: ROMANTICO

Specifiche tecniche: 35 MM (1:2.35), CINEMASCOPE, DE LUXE

Tratto da: testo teatrale di George Axelrod

Produzione: DAVID WEISBART PER VENICE PRODUCTIONS

Distribuzione: DEAR FOX

CRITICA
"La vicenda, paradossale ed originale, è raccontata con brio e trovate sufficientemente gustose, anche se talvolta il tono del racconto accusa qualche stanchezza e si ricorre ad espedienti narrativi piuttosto consueti. Dignitosa l'interpretazione." ('Segnalazioni Cinematografiche', vol. 57, 1965)