Bullet
USA - 1996
Uscito di galera dopo otto anni, Butch Stain, detto Bullet, trova ad attenderlo il fratello minore Ruby e l'amico Lester, coi quali subito atterrisce ed umilia due tossicomani, clienti di Tank, trafficante di colore e suo ex compagno di carcere. Butch trova a casa il padre Sol che offre invano un lavoro al figliol prodigo, suscitando la gelosia di Louis, detto "Combat Man", il maggiore, irrimediabilmente schizofrenico, reduce dal Vietnam. Tank, infuriato per i suoi clienti strapazzati, consegna una dose alterata a Paddy, un amico d'infanzia di Butch, perché gliela dia, ma la bustina viene rapinata a Bullet mentre si reca col fratello allo spaccio del quartiere. Mentre Louis si dedica ad istruire un futuribile esercito di ragazzini, e Ruby, l'unico con un certo talento, dipinge muri, Butch si scazzotta con lo scherano di Tank; tenta di consolare Cookie, la madre affranta; svaligia con Lester la casa dei vicini e sbandiera il braccio massacrato dalle siringhe per frenare i due tossicomani che vogliono vendicarsi...
- Regia:
- Attori: - Butch Stain, - Secondino, - Ruby Stain, - Lester, - Flaco, - Sol Stain, - Cookie Stain, - Louis, - Paddy, - Fingers, - Tank, - Ellen O'Leary, , ,
- Soggetto: Bruce Rubenstein, Sir Eddie Cook
- Sceneggiatura: Bruce Rubenstein, Sir Eddie Cook
- Fotografia: Crescenzo Notarile
- Musiche: Randall Poster
- Montaggio: Niven Howie
- Scenografia: Christopher Nowak
- Arredamento: Harriet Zucker
- Costumi: Prudence Moriarty
- Effetti: Matt Vogel
- Durata: 95'
- Colore: C
- Genere: DRAMMATICO
- Specifiche tecniche: 35 MM (1:1.85)
- Produzione: JOHN FLOCK, RED RUBY PER CLIPSAL FILMS, VILLAGE ROADSHOW PICTURES
- Distribuzione: CECCHI GORI DISTRIBUZIONE (1996) - CECCHI GORI HOME VIDEO
NOTE
- REVISIONE MINISTERO LUGLIO 1999
CRITICA
"Bullet è un esempio di cinema eccessivo ed interessante ma è un film d'autore fuori tema. All'attivo il fascino dell'atmosfera decadente e ambigua, morbida e tattile, in cui si sprecano i razzismi di ogni ordine e grado: brutto frocio, maledetto ebreo circonciso, irlandese di merda, la sceneggiatura è una collezione. La battuta migliore è del povero padre dei falliti: "Domani è un altro giorno, è proprio questo che mi spaventa". Il tutto in salsa rap, con un assaggio delle Quattro stagioni e un attimo pucciniano di Tosca." (Maurizio Porro, 'Il Corriere della Sera', 4 giugno 1996)