Big Hero 6

3/5
Piccoli inventori crescono, tenuti per mano da paffuti robot: l'aurea mediocritas della nuova animazione Disney

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USA 2014
Hiro Hamada, un genio della robotica, il suo brillante fratello Tadashi e i loro amici Go Go Tamago, Wasabi No-Ginger, Honey Lemon e Fred si troveranno ad affrontare una devastante serie di eventi causati da un pericoloso complotto ordito nelle strade di San Fransokyo. Grazie al robot Baymax, i 6 ragazzi si trasformeranno in un team di eroi high-tech determinati a risolvere il mistero.
SCHEDA FILM

Regia: Don Hall, Chris Williams (II)

Soggetto: Steven T. Seagle - fumetto, Duncan Rouleau - fumetto, Paul Briggs, Joseph Mateo

Sceneggiatura: Robert L. Baird, Daniel Gerson, Jordan Roberts

Musiche: Henry Jackman

Montaggio: Tim Mertens

Scenografia: Paul A. Felix

Effetti: Kyle Odermatt

Durata: 102

Colore: C

Genere: ANIMAZIONE

Tratto da: fumetto omonimo crato da Steven T. Seagle e Duncan Rouleau

Produzione: MARVEL STUDIOS, WALT DISNEY ANIMATION STUDIOS, WALT DISNEY PICTURES

Distribuzione: THE WALT DISNEY COMPANY ITALIA

Data uscita: 2014-12-18

TRAILER
NOTE
- PRODUTTORE ESECUTIVO: JOHN LASSETER.

- NELLA VERSIONE ITALIANA LA VOCE DEL ROBOT 'BAYMAX' E' DI FLAVIO INSINNA, QUELLA DI 'CASS' E' DI VIRGINIA RAFFAELE.

- CANDIDATO AL GOLDEN GLOBE 2015 COME MIGLIOR FILM D'ANIMAZIONE.

- OSCAR 2015 COME MIGLIOR FILM D'ANIMAZIONE.
CRITICA
"Come corre il cinema dell'era digitale. Nel 2015 (sembra incredibile) 'Toy Story' compie vent'anni. Nel frattempo l'animazione al computer ha creato una dimensione parallela che segue leggi proprie. E da quando la Disney ha assorbito la Pixar, mentre il cinema dal vero invadeva il campo dei comics dando fondo a tutti gli eroi più o meno super su piazza, le carte si sono rimescolate al punto che ormai tutto è possibile. Perfino che la Pixar trasformi un fumetto minore della Marvel in un cartoon molto disneyano come questo 'Big Hero 6' (...). Anche se modernizzato dalla spregiudicatezza tipica della casa di John Lasseter, tanto da meritare un fragoroso successo mondiale. Naturalmente queste ibridazioni non sono di per sé un miglioramento. Molti rimpiangono, non a torto, il coraggio e la libertà della Pixar prima maniera, quella di capolavori come 'Toy Story', appunto, 'Ratatouille' o 'Wall-E'. Ma oggi, sul piano estetico come su quello societario, la parola d'ordine è una sola: fusione. In questo senso 'Big Hero 6' è quasi un film-manifesto. La nuova animazione punta agli spettatori di tutte le età in tutti i continenti, Asia in testa ovviamente. Ed ecco il piccolo protagonista di 'Big Hero 6', un genietto della robotica nippo-americano battezzato Hiro Hamada. Ecco che la città in cui vive questo enfant prodige si chiama San Fransokyo, incrocio fantastico tra Tokyo e San Francisco, con tanto di Tower Bridge 'nipponizzato' e di echi manga nel disegno di personaggi e sfondi, con citazioni da cult made in Japan come 'Akira' e 'Ghost in the Shell' (ma c'è anche un omaggio alla Cappella Sistina, la febbre del fusion non ha confini). Ecco, infine, che la storia prende corpo, è il caso di dire, intorno a un robot-infermiere morbido e accogliente che è un capolavoro di fusione culturale e funzionale. Un po' orsacchiotto, un po' omino Michelin, un po' fratello maggiore destinato ad accompagnare Hiro nella crescita (...), il candido Baymax è stato progettato per assistere i malati, proprio come i robot-infermieri a cui oggi si lavora in Giappone, anche se l'idea di celare il suo solido scheletro dentro una struttura gonfiabile viene dalle ricerche di soft robotics della Carnegie Mellon University. (...) E se tornano in mente 'Matrix' e l'ultimo 'Terminator', è che anche i bambini hanno diritto alla loro porzione di paura. Ma non può esserci paura, in un film Disney, se non temperata da una dose ancora più massiccia di meraviglia. Di qui un tripudio di trovate visive che giustificherebbero da sole non una ma più visioni. (...) Disney o meno, la Pixar è ancora la Pixar." (Fabio Ferzetti, 'Il Messaggero', 16 dicembre 2014)

"Dopo un inizio folgorante, 'Big Hero 6', si assesta più convenzionalmente in una trama che contrappone Hiro, Baymax e gli ex compagni di scuola di Tadashi trasformati in supereroi alternativi dalle loro invenzioni robotiche, a un cattivo in maschera kabuki che controlla una minacciosa onda nera di...microrobots. Sullo sfondo di squarci urbani dal look realistico, che contrastano allegramente con il design pneumatico e la texture semplificata di Baymax, il racconto alterna una moltiplicazione di baruffe e inseguimenti. Ci sono alcune sequenze visivamente molto belle ma il film è molto meno potente nei suoi aspetti Marvel di quando, invece, richiama alla memoria, certi momenti lirici e contemplativi del 'Gigante di ferro', o lo spirito irriverente di 'Gli incredibili'." (Giulia D'Agnolo Vallan, 'Il Manifesto', 17 dicembre 2014)

"Ora che possiede la casa dell'Uomo Ragno, non fa meraviglia se Disney Animation entra nell'universo Marvel adattando un fumetto che ricorda i 'Guardiani della Galassia' e gli 'X-Men': collettivi di supereroi uniti contro il male. (...) L'ibridazione Disney/Marvel produce ulteriori ibridi: coniuga il repertorio di supereroi con quello di robot, ma ibrida anche l'estetica dell'animazione americana e quella del cartoon giapponese. Non a caso l'amabile Baymax ricorda Wall-E e il Totoro di Miyazaki in versione tecno (quanto al nome della città, San Fransokyo, parla da sé ). Questa, del resto, è la qualità migliore del film, mentre i pur simpatici nerd del gruppo non sono nuovissimi, la storia vira gradualmente all'ennesima variazione supereroica e la Disney non si nega la dose di sentimentalismo che la caratterizza da sempre." (Roberto Nepoti, 'La Repubblica', 18 dicembre 2014)

"Piacerà agli under 10 che non si fanno mai mancare il Walt Disney natalizio. Questo non offre le bellurie visive e canore di Frozen, ma sciorina una bella galleria di personaggini che tengono alto il divertimento (il più spassoso, la velocista Gogò)." (Giorgio Carbone, 'Libero', 18 dicembre 2014)

"Il matrimonio Disney-Marvel produce questo ispirato cartoon, che tratta temi delicati con grande leggerezza." (A.S., 'Il Giornale', 18 dicembre 2014)

"E' Baymax, l'omino palla, il 'sempre in piedi' d'acqua, che potrebbe diventare immortale tra i personaggi della lunga Disney Story. Flessibile e pesante, dolce e generoso, intelligente invece che forzuto (...). E' vero che la seconda parte srotola soluzioni in linea con ogni saga del genere, da 'X-Men' a 'L'uomo ragno', ma ci si diverte quando sceneggiatori e regia dimostrano di saper sfruttare con gag e siparietti, a volte un po' sentimentali, le caratteristiche fisiche e psicologiche delle maschere che hanno inventato. Progetto ambizioso di global production: ambientazione yankee, sfumature europee, protagonisti a tendenza 'manga'. Dove? A San Fransokyo." ('Nazione - Carlino - Giorno', 2 gennaio 2015)