TRAMA BREVE
Dopo aver trascorso oltre trent'anni della propria vita a lavorare in Svizzera, il settantacinquenne Giuseppe De Mitrio è da tempo tornato a Porto Badisco, in Puglia, dove sono sempre rimasti la moglie Antonietta ed i figli Roberto e Lucia. La figlia di questa, Carla, è diventata cieca a causa una malattia ed è in attesa del trapianto della cornea. Un giorno, d'improvviso, Giuseppe viene colpito da infarto. Dopo la drammatica esperienza decide di mettere ordine alla sua vita cominciando dalla delicata operazione di Carla.
TRAMA LUNGA
Giuseppe De Metrio, 75 anni, ne ha passati 30 a Ginevra come capomastro nell'impresa del genio civile Broyer. Andato in pensione, è rientrato in Puglia, dove vive la famiglia. Carla, l'unica nipotina di 7 anni, è cieca, e i genitori aspettano di essere chiamati per il trapianto della cornea. Ma l'operazione si fa attendere. Per accelerare i tempi, un chirurgo chiede 60 milioni. Dopo aver superato un infarto, Giuseppe decide di tornare nella città svizzera per chiedere i soldi necessari al suo ex datore di lavoro, il signor Broyer: tra i due c'era stata una antica promessa. Giuseppe arriva a destinazione. Broyer non è in casa, e Elizabeth, la vedova, lo indirizza dal figlio Pascal. Questi lo informa che l'impresa oggi ha molti debiti, poi lo accompagna dal padre, ricoverato in ospizio. Il vecchio Broyer, ormai fuori di testa, non fa altro che restituire a Giuseppe il brevetto per la preparazione del bitume. Nonno e nipote vorrebbero tornare a casa, ma Giuseppe si sente male e, per passare la notte, va nel ristorante dell'ex collega Giorgio, il quale, dopo qualche parola, gli chiede quale somma gli serva. Poi si fa accompagnare da Elizabeth, le chiede di Pascal, e capisce che il ragazzo è loro figlio. Il giorno dopo Carla è in clinica, viene operata, e arrivano i genitori. Quindi Giuseppe va di nuovo da Pascal insieme al figlio Roberto, il padre di Carla. I due fratellastri si salutano. Giuseppe e gli altri tornano in Puglia. La bambina ora vede e per Giuseppe tutto è più dolce.
Azzurro
ITALIA, SVIZZERA, FRANCIA - 2000
- Regia:
- Attori: - Giuseppe De Metrio, - Elizabeth Broyer, - Gaston Broyer, - Giorgio, - Pascal Broyer, - Roberto De Metrio, - Carla De Metrio, - Lucia De Metrio, - Philippe, - Professor Papaleo
- Soggetto: Denis Rabaglia
- Sceneggiatura: Denis Rabaglia, Antoine Jaccoud, Luca De Benedettis
- Fotografia: Dominique Grosz
- Musiche: Louis Crelier
- Montaggio: Claudio Di Mauro
- Scenografia: Fabrizio Nicora
- Costumi: Eva Coen
- Effetti: Martin Gay
- Durata: 85'
- Colore: C
- Genere: DRAMMATICO
- Specifiche tecniche: 35 MM - DOLBY SR
- Produzione: ELISABETTA RIGA E GHERARDO PAGLIEI PER GAM FILM E TECHNOVISUAL, ALHENA FILMS E C-FILM (SVIZZERA), MACHINASSOU- PCT E FRP (FRANCIA), IN ASSOCIAZIONE CON RTSI TELEVISIONE SVIZZERA -
- Distribuzione: LARES VIDEO
- Data uscita 26 Ottobre 2001
NOTE
- PREMIO DEL CINEMA SVIZZERO 2001 PER MIGLIOR LUNGOMETRAGGIO.
- PARDO D'ORO A PAOLO VILLAGGIO AL 53° FESTIVAL INTERNAZIONALE DEL FILM DI LOCARNO (2000).
- PARDO D'ORO A PAOLO VILLAGGIO AL 53° FESTIVAL INTERNAZIONALE DEL FILM DI LOCARNO (2000).
CRITICA
"'Azzurro' è una fiaba fantastico-melodrammatica dell'italo-svizzero Denis Rabaglia, campione d'incassi in patria. Con un insolito Paolo Villaggio nei panni del nonno. E annotazioni pesanti sul razzismo della Svizzera anni 50. Il titolo non è un omaggio al Cavaliere ma a Celentano". (Fabio Ferzetti, 'Il Messaggero', 26 ottobre 2001)
"Presentato due anni fa a Locarno e diretto dallo svizzero-italiano Denis Rabaglia, secondo le dichiarazioni del regista 'Azzurro' aspirava a essere una fiaba nel solco della commedia all'italiana: personaggi molto tipizzati, mix di satira sociale e malinconia, pudore e cinismo, causticità e commozione. Buone intenzioni su cui il patetico prevale però largamente, fino a dilagare nell'ultima parte". (Roberto Nepoti, 'la Repubblica', 5 novembre 2001)
"Presentato due anni fa a Locarno e diretto dallo svizzero-italiano Denis Rabaglia, secondo le dichiarazioni del regista 'Azzurro' aspirava a essere una fiaba nel solco della commedia all'italiana: personaggi molto tipizzati, mix di satira sociale e malinconia, pudore e cinismo, causticità e commozione. Buone intenzioni su cui il patetico prevale però largamente, fino a dilagare nell'ultima parte". (Roberto Nepoti, 'la Repubblica', 5 novembre 2001)