After

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Viaggio al termine della notte per Rodriguez e i suoi tre adulti minorati. Ma a dormire è il pubblico, in concorso

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SPAGNA 2009
Dopo gli anni dell'adolescenza le vite di Ana, Manuel e Julio si sono separate. Quando si ritrovano per caso, i tre vecchi amici, ormai alle soglie dei trent'anni, hanno ottenuto tutto quello che avrebbero potuto desiderare, ma non sono riusciti a superare un senso di insoddisfazione e si scoprono accumunati dalla solitudine. Così decidono di trascorrere insieme una notte d'estate all'insegna degli eccessi. In un turbinio di droga, sesso e alcool, Ana, Manuel e Julio partono per un viaggio attraverso la notte, dritti verso il passato e l'adolescenza, in fuga dal presente e dalla realtà. L'After è l'ultimo bar aperto, la loro ultima fermata...
SCHEDA FILM

Regia: Alberto Rodríguez

Attori: Guillermo Toledo - Julio, Tristán Ulloa - Manuel, Blanca Romero - Ana, Jesús Carroza - Jesús, Raúl del Pozo - Pablo, Maxi Iglesias - García, Marta Solaz - Irene, Álvaro Monje - Andy, Ricardo de Barreiro - Ramón, Valeria Alonso - Chica

Soggetto: Rafael Cobos, Alberto Rodríguez

Sceneggiatura: Rafael Cobos, Alberto Rodríguez

Fotografia: Alex Catalán

Musiche: Julio de la Rosa

Montaggio: José Manuel García Moyano

Scenografia: Pepe Domínguez

Costumi: Fernando García

Durata: 116

Colore: C

Genere: DRAMMATICO

Specifiche tecniche: 35 MM

Produzione: LA ZANFOÑA PRODUCCIONES, TESELA PRODUCCIONES CINEMATOGRÁFICAS

NOTE
- IN CONCORSO ALLA IV EDIZIONE DEL FESTIVAL INTERNAZIONALE DEL FILM DI ROMA (2009).
CRITICA
"La morale è esplicita: consumare di tutto e qualsiasi esperienza non porta a un bel niente. Anzi porta disperazione. Semmai c'è da soffermarsi sulla modalità. Di uno stile di racconto nervoso, ellittico, tutto a scatti, estremo, forse in qualche misura debitore verso la scuola messicana degli ultimi anni, quella per intenderci dei film di Alejandro Gonzalez Iñarritu e Guillermo Arriaga, quella dei film 'Amores Perros', '21 grammi', 'Babel'. Della serie interessante ma non convincente. Troppo inventario, troppo campionario." (Paolo D'Agostini, 'la Repubblica', 18 ottobre 2009)