Ada

Razzhimaya kulaki

3.5/5
In bilico tra un contesto familiare iperprotettivo e l'impossibilità di fuggire dai propri cari: convince l'opera seconda di Kira Kovalenko, premiata a Cannes 74

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RUSSIA 2020
Nella città mineraria di Mizur, nell'Ossezia del Nord, Russia meridionale, vive la ventenne Ada, che lavora nello spaccio di una scuola ed è sorella di Dakko, più giovane di qualche anno, animo semplice e un po' selvaggio. Loro padre Zaur, vedovo da molti anni, tiene entrambi i figli sotto controllo, badando soprattutto che Ada non abbia fidanzati o addirittura non scelga di fuggire dalla città. L'arrivo inaspettato di Akim, il fratello maggiore trasferitosi nella vicina Rostov, spinge Ada a fare di tutto per liberarsi dalla morsa affettiva del padre e finalmente vivere una vita indipendente. Nel suo passato c'è in realtà un trauma mai superato, che è il vero motivo dell'amore possessivo di Zaur e l'origine del dolore di tutta la famiglia.
SCHEDA FILM

Regia: Kira Kovalenko

Attori: Milana Aguzarova - Ada, Soslan Khugaev - Akim, Arsen Khetagurov - Tamik, Alik Karaewv - Padre, Khetag Bibilov - Dakko, Milana Pagieva - Taira

Sceneggiatura: Kira Kovalenko, Anton Yarush, Liubov Mulmenko

Fotografia: Pavel Fomintsev

Montaggio: Vincent Deyvaux, Mukharam Kabulova

Scenografia: Sergueï Zaïkov

Costumi: Assia Belova

Suono: Stana Shosha

Altri titoli:

Unclenching the Fists

Durata: 110

Colore: C

Genere: DRAMMATICO

Produzione: NON-STOP PRODUCTION, AR CONTENT, NATALYA GORINA, SERGEY MELKUMOV

Distribuzione: MOVIES INSPIRED (2022)

Data uscita: 2022-07-14

TRAILER
NOTE
- PREMIO 'UN CERTAIN REGARD' AL 74. FESTIVAL DI CANNES (2021).

- OPERA SECONDA DI KIRA KOVALENKO DOPO 'SOFICHKA' (2016).

- IL TITOLO INTERNAZIONALE DEL FILM 'UNCLENCHING THE FISTS' VUOL DIRE LETTERALMENTE 'APRIRE I PUGNI' ED E' UN CHIARO RIFERIMENTO AL FILM 'I PUGNI IN TASCA' DI MARCO BELLOCCHIO (1965).
CRITICA
"Ada è una ragazza doppiamente martoriata. Da giovane è stata vittima di un attacco terroristico. Si è salvata, ma sul suo corpo restano diverse cicatrici e soprattutto un handicap che la rende vulnerabile, perché su di esso può esercitarsi il potere dei maschi che sono intorno a lei, in particolare il padre e i fratelli. Questa vicenda, tanto drammatica da apparire a prima vista manichea, è invece il principio di un film che esplora tutte l' ambiguità delle relazioni familiari, nelle quali il potere, l' oppressione, il possesso sono indistinguibili da certe forme di affetto reciproco. All' interno di questo laboratorio di emozioni, Kovalenko riesce a far raccontare un personaggio la cui forza illumina anche quelli che le stanno intorno. L' idea più forte del film è senza dubbio quella di fare di Ada la sola figura femminile della piccola società di Mizur. Femminilità repressa e negata in ogni modo, ma che infine si fa strada, caparbia e orgogliosa, come un fiore che sboccia attraverso gli interstizi del catrame(...)." (Eugenio Renzi, 'Il Manifesto', 14 luglio 2022)

"Un film incredibilmente attuale e prezioso che fa riflettere sul problema del corpo delle donne ostaggio della società. Raccontare l'universale attraverso il particolare, utilizzando immagini indimenticabili: il cinema è questo. Di fronte a tanta bellezza è difficile trovare le parole. Applausi." (Lidia Saller, Il Giornale, 14 luglio 2022)