Non è commerciale, bensì spirituale: un “sequel spirituale” a Dazed and Confused, la teen-comedy di Richard Linklater, anno di grazia e high-school 1993. 23 anni dopo, le lancette hanno fatto il giro, anzi, il decennio: non più i ‘70s, ma gli ‘80s, con un pezzo dei Van Halen, Everybody Wants Some, a far da titolo.

Tutti vogliono qualcosa, Linklater, innanzitutto, vuole la buona musica, dai Blondie ai Dire Straits. E un mucchio, moderatamente, selvaggio: agosto 1980, vacanze agli sgoccioli, il semestre incombente, un piccolo college del Texas, un lanciatore, Jack (Blake Jenner, pulitino), che bussa alla porta, e trova la sua squadra. Baseball. Ovvero, bevute, feste e ragazze, ragazze, ancora ragazze: da Jenner a Tyler Hoechlin, che fa il gallo del pollaio McReynolds, fino al più bravo di tutti, l’ironico Glen Powell nei panni del kerouac-style Finnegan, gli attori sono assai in parte, lo Zeitgeist pervade lo schermo, la nostalgia si fa canaglissima, gli echi di American Graffiti e Animal House prendono gli occhi e, sì, i cuori.

Troppo maschio, il film? Forse, anzi, sì: e allora? Linklater, divertito e divertente, scuote la noia di dosso al genere, e realizza un instant-cult o instant-classic fate voi: Tutti vogliono qualcosa, ma in pochi sanno che cosa. Lui lo sa: operazione cinefila e meta-cinematografica, ti riporta negli anni ’80 come sulla luna, nel senso che lo fa realmente e, insieme, immaginificamente.

Insomma, un’impresa, che nulla lascia inesplorato: competizione e maschi alpha, sport e (senso del) gruppo, cazzeggio – di dimensioni normali, vero Finnegan? – e “del doman non v’è certezza”, corteggiamento e cotta, e di tutto di più, dalla disco al club punk, dal bar Urban Cowboy al materasso ad acqua a rischio esplosione.

Per capire quanto sia difficile un film così, pensate alle porcherie infilate nel serbatoio teen stelle & strisce e scongelate il pomeriggio televisivo, ritornate con la memoria ai Che ne sarà di noi del cinemino nostro e, sì, ditelo: Come Richard Linklater nessuno mai.