È l'anno dei ragazzi. Bambini o adolescenti che siano, popolano i film di tutte le sezioni ricordandoci quanto sia difficile e doloroso crescere. Non fa eccezione Theeb, il giovanissimo protagonista del film omonimo del giordano Naji Abu Nowar.
Siamo nel 1916, nel pieno del conflitto ottomano che ha reso la Giordania una terra di conquiste. Rimasto orfano del padre, Theeb ha nel fratello Hussein l'unico legame affettivo rimasto. Quando nel villaggio beduino dove vive arriva un soldato inglese che chiede di essere condotto proprio da Hussein all'interno del deserto arabico, il piccolo non ha altra scelta che seguirli per non perdere contatto con quel che resta della sua famiglia. Ma il deserto è irto di pericoli, gli amici si trasformano presto in nemici, la paura in coraggio.
Evidente che siamo di fronte all'ennesimo romanzo di formazione sullo sfondo del deserto schiacciato da quelle stesse stelle che, tanti anni fa, avevano cullato le notti di Lawrence d'Arabia. Molto meno avventuroso però il viaggio umano di Theeb, costretto anzitempo ad abbandonare l'età infantile per essere catapultato in quella adulta. A impersonarlo Jacir Eid, che nella vita vera appartiene realmente a una comunità beduina come gli altri attori non professionisti di cui si è servito il regista. Una scelta che porta al film un sapore in più di veridicità, come se non bastasse già la magnificenza del paesaggio.
Curioso caso di opera prodotta e realizzata in partecipazione anche produttiva dei beduini del deserto, Theeb regala molte emozioni oltre a illuminare la situazione attuale di una terra circondata da paesi in guerra. Oggi come allora la Giordania sembra essere terra di conquista.
Ieri era preda dei saccheggi di briganti ed eserciti stranieri, ora invece è un paese cuscinetto tra zone di guerra che difende con forza la democrazia e libertà interne.