Sarà davvero l’ultimo film dello Studio Ghibli? Quando c’era Marnie si porta dietro da tempo questa pesante nomea, dovuta all’annuncio della (ci auguriamo passeggera) chiusura del leggendario studio animato nipponico. E la trama ricorda per molti versi quella di tanti altri lungometraggi Ghibli, rendendo questo possibile addio ancor più nostalgico.

Protagonista è Anna, una ragazzina orfana che si trasferisce in campagna per motivi di salute. Qui fatica a integrarsi e passa le giornate girovagando solitaria: la sua attenzione è tutta per una grande e misteriosa villa, dove conosce Marnie, ragazza con cui stringe una profonda amicizia ma che nasconde diversi segreti.

È un’opera struggente, Quando c’era Marnie, seconda fatica di Hiromasa Yonebayashi dopo Arrietty – Il mondo segreto sotto il pavimento. Il tratto visivo è preciso, impeccabile nel disegno dei fondali e curato nei dettagli; la narrazione piacevole e toccante. Difficile trattenere le lacrime, soprattutto con l’approssimarsi di una sorprendente conclusione.

Il risultato è l’ennesimo, prezioso, tassello del mosaico Ghibli, sperando davvero che non sia l’ultimo (Hayao Miyazaki ha annunciato un nuovo progetto, ma si tratta di un corto che non vedrà il buio delle sale e sarà proiettato nel museo dello Studio).