Sembra che in Francia, soprattutto negli ultimi anni, la commedia a sfondo rurale vada per la maggiore. Ne siano testimoni pellicole distribuite di recente in Italia come il frizzante Saint Amour con Depardieu e il più serioso Il medico di campagna. Nel nostro In viaggio con Jacqueline, diretto dal regista Mohamed Hamidi, si racconta la storia di Fatah, un contadino dell’Algeria sbarcato in Francia per partecipare, con la vacca prediletta di nome Jacqueline, all’importante Salone dell’Agricoltura che si tiene regolarmente a Parigi. Entrambi, padrone e bovino, percorreranno a piedi il tragitto da Marsiglia sino alla capitale finendo al centro dell’inevitabile girandola di avventure tipiche di un road-movie.

Il tema del sempliciotto alla scoperta di un nuovo ambiente ma che, in virtù del proprio candore, riesce a conquistare l’affetto di tutti, è tra i più triti del sottobosco cinematografico di ogni paese. La pedanteria di scrittura e di messa in scena con cui è svolto nel caso in esame, d’altro canto, è di particolare imbarazzo. Le strizzatine d’occhio prevalgono sui meccanismi comici veri e propri, così come il finale alla “volemose bene” conclude, nel solco consueto, un viaggio cinematografico di non eccelse ambizioni e di caratura più che modesta.