Circa venti anni addietro, Evan Lake, agente CIA, caduto prigioniero durante un’azione di guerra, era stato torturato ferocemente da Muhammad Banir, riportando profonde ferite fisiche e morali. Liberato dalle forze speciali, la CIA ritenne Banir morto durante il salvataggio e chiuse il caso. Oggi però Luke non si è ancora rassegnato. Informazioni determinanti emergono a lasciare l’impressione che Benir sia vivo. Lake però soffre di demenza frontotemporale, ossia di forti disturbi cognitivi, e sa che il tempo per riprendere in mano il caso è ben poco…

Paul Schrader è un tipo senza compromessi. Quando prende in mano un personaggio, non lo molla finché non lo ha rivoltato in mille modi, scrutato e messo a nudo da ogni lato. Così sono nati i copioni di Taxi Driver e di Toto scatenato. Così, quando ha cominciato a mettere l’occhio dietro la m.d.p., ha scrutato  a fondo, tra gli altri, i protagonisti in American Gigolo (1980), Mishima (1985), Affliction (1997), e il recente The Canyons (2013). Abituato a confinare storie e personaggi negli spazi di confronti psicologici senza respiro, Schrader non ha timore di gettarsi sul terreno rischioso e poco malleabile della mitologia americana. E di sostituire alcuni vecchi protagonisti con nuovi interpreti. Così a fronteggiarsi con l’agente della CIA c’è un combattente islamico, forse terrorista, forse nemico. Di certo Evan Lake combatte  contro i nemici del nuovo mondo, contro la malattia che lo incalza, contro la solitudine che lo attanaglia. E Evan Lake è, più che mai, lo specchio di un’America smarrita, nuda, indebolita dalle cento guerre dichiarate in ogni parte del mondo, eppure inesorabilmente legata al bisogno dei ‘valori’ di una volta.

E’ bravo Schrader a giocare con la malattia come morbo che scardina le difese, come  siero che consuma e corrode, metafora di un male sociale più profondo. Nicolas Cage offre a Evan Lake i tratti azzeccati di un debole anziano non rassegnato. Nel ruolo di una finta funzionaria d’ambasciata, si vede Irene Jacob, riemersa non si sa come dai lontani film di Malle (Arrivederci ragazzi) e Kieslowski (Film rosso; La doppia vita di Veronica).