LE REGOLE DELL'ATTRAZIONE

THE RULES OF ATTRACTION

USA 2002
Camden College. Sean Bateman spaccia droga, ha un fratello psicotico che fa il broker a Wall Street, deve un sacco di soldi al suo partner in affari ed è molto ricercato dalle ragazze del campus. Lauren Hynde è tecnicamente vergine. Ha deciso di rimanere casta e pura per il suo ragazzo Victor, che attualmente è in giro per l'Europa e di cui è cotta anche Lara, compagna di stanza di Lauren, in fatto di sesso decisamente più libera della sua amica. Paul Denton, bisessuale, ha appena rotto con il suo compagno Mitchell che lo ha lasciato per Candice. Sean ama Lauren, Paul ama Sean, ma è uscito anche con Lauren. Lauren ama Sean e Victor.
SCHEDA FILM

Regia: Roger Avary

Attori: James Van Der Beek - Sean Bateman, Shannyn Sossamon - Lauren Hynde, Ian Somerhalder - Paul Denton, Jessica Biel - Lara Holleran, Kip Pardue - Victor Johnson, Kate Bosworth - Kelley, Thomas Ian Nicholas - Mitchell Allen, Joel Michaely - Raymond, Clare Kramer - Candice, Jay Baruchel - Harry, Eric Stoltz - Sig. Lance Lawson, Clifton Collins Jr. - Rupert Guest, Fred Savage - Marc, Faye Dunaway - Sig.Ra Eve Denton, Swoosie Kurtz - Sig.Ra Mimi Jared, Chase Hampton, Lucille M. Olivier, Kavan Reece - Patrick Bateman, Drew Wood - Jim, Jesse Heiman, Curtis Andersen, Quincy Evans - Dicky, Matthew Lang - Getch, Hayley Keenan - Claudia, Ron Jeremy - Se Stesso, Skyler Stone - Quinlivan, Kim Smith, Colin Bain - Donald, Russell Sams - Richard 'Dick' Jared

Soggetto: Bret Easton Ellis

Sceneggiatura: Roger Avary

Fotografia: Robert Brinkmann

Musiche: Tom Hajdu, Andy Milburn

Montaggio: Sharon Rutter

Scenografia: Sharon Seymour

Costumi: Louise Frogley

Altri titoli:

DIE REGELN DES SPIELS

Durata: 110

Colore: C

Genere: SENTIMENTALE DRAMMATICO

Specifiche tecniche: 35 MM

Tratto da: ROMANZO OMONIMO DI BRET EASTON ELLIS

Produzione: KINGSGATE FILMS, ROGER AVARY FILMPRODUKTION

Distribuzione: EAGLES PICTURES (2004)

Data uscita: 2004-03-19

NOTE
- REVISIONE MINISTRIALE 17.03.2004.
CRITICA
"Il regista del celebrato 'Killing Zoe' e sceneggiatore di 'Pulp Fiction', racconta con sguardo impietoso e morale questi young Werther reaganiani, con una gran voglia d'amore, la maglietta di Masturbation is not a crime e l'infelicità a portata di mano. (...) Sembrava che sull'argomento, fra 'American Pie' ed 'Elephant', si fosse detto tutto, ma questo film è invece una bella sorpresa. Dividendo e moltiplicando gli spazi dello schermo, svolgendo e riavvolgendo il tempo, raccontando l'Europa vista da uno yankee in 10 minuti, l'autore ci presenta il bellone del college, per cui si strugge anche un gay, che finisce per avere anch'egli qualche incidente di cuore. Satirico sugli affetti che non vanno mai in buca, divertente da consumare al pop corn, Avery rimanda liberamente alla 'Regola del gioco' di Renoir ed anche alle 'Relazioni pericolose'. Recitato in stretta aderenza psicosomatica, il film è una considerazione su amori&disamori, illusioni&delusioni: lo tradisce il finale suggestivo e tronco, ma è da vedere, da pensare: cita perfino, 'Eyes Wide Shut', l'orgia di Kubrick." (Maurizio Porro,'Corriere della Sera', 20 marzo 2004)

"E' resuscitato Roger Avary, cosceneggiatore di 'Pulp Fiction' che ha litigato con Tarantino e ha cercato per anni di filmare un biopic su Jean Vigo dopo la prima regia 'Killing Zoe'. Adesso ha stretto un forte sodalizio artistico con lo scrittore Bret Easton Ellis il cantore della video generation affermatosi imberbe con 'Meno di zero', diventato film nel 1987. Anno in cui Ellis pubblicò 'Le regole dell'attrazione', che Avary ha tradotto per lo schermo con perfida ironia kubrickiana, incastri temporali perfetti, utilizzo geniale dello split-screen e grande capacità narrativa. (...) Il minimalismo di Ellis oggi appare datato. Allora Avary che fa? La butta a ridere, non prende mai sul serio i personaggi e si diverte a disegnare i baffi sul serio nichilismo anni '80 dello scrittore. Fantastico. Ed Ellis ha apprezzato molto. Colonna sonora da urlo. James Van Der Beek abbandona 'Dawson Creek' e dimostra di essere un grande attore. E se Avary fosse più bravo di Tarantino?" (Francesco Alò, 'Il Messaggero', 19 marzo 2004)

"L'impressione dominante è che Avary sia uno cui piace molto guardarsi l'ombelico. Per dimostrare che è meglio degli altri, mette in scena un repertorio di situazioni da 'Maial College' ricorrendo allo split-screen (lo schermo diviso, che mostra la stessa azione sotto differenti punti di vista), cita i classici del cinema espressionista (tramite uno schermo tv) e - ancor peggio - allude ripetutamente al suo primo film." (Roberto Nepoti, 'la Repubblica', 20 marzo 2004)