THE BANK - IL NEMICO PUBBLICO N. 1

THE BANK

AUSTRALIA 2001
Vero e proprio genio della matematica, Jim Doyle è attualmente impegnato nello studio della teoria dei "frattali", alla ricerca di una formula in grado di prevedere i rovinosi crolli del mercato azionario. Ma il software che sta ideando Jim, e soprattutto le sue potenzialità, accendono la fantasia dell'avido Simon O'Reilly, amministratore delegato della Centabank attualmente in difficoltà a causa dell'allegra gestione che ha portato l'istituto di credito sull'orlo della bancarotta. Per questo riesce a convincere Jim a lavorare per la Centabank. Con una disponibilità infinita di denaro, il matematico (intanto sempre più attratto da Michelle, un'impiegata della banca) perfeziona la sua teoria. Ma l'avidità di O'Reilly sta per scatenare un gioco senza esclusione di colpi.
SCHEDA FILM

Regia: Robert Connolly

Attori: David Wenham - Jim Doyle, Anthony LaPaglia - Simon O'Reilly, Sibylla Budd - Michelle Roberts, Steve Rodgers - Wayne Davis, Mitchell Butel - Stephen, Mandy McElhinney - Diane Davis, Greg Stone - Vincent, Kazuhiro Muroyama - Toshio, Andrew Bayly - Sig. Johnson, Stephen Leeder - Billy, Holly Myers - Yvonne, Peta Doodson - Libraia, Vincent Gil - Sceriffo, Bruce Myles - Ben, Simon Lyssiotis - Passeggero In Aereo

Sceneggiatura: Robert Connolly

Fotografia: Tristan Milani

Musiche: Alan John

Montaggio: Nicholas Meyers

Scenografia: Luigi Pittorino

Effetti: Clint Ingram

Durata: 103

Colore: C

Genere: DRAMMATICO

Produzione: ARENAFILM - SHOWTIME AUSTRALIA

Distribuzione: FANDANGO

Data uscita: 2002-02-15

NOTE
COSTUMI: ANNIE MARSHALL.
CRITICA
"Un thriller sul fenomeno più contemporaneo: l'enorme incontrollato potere non soltanto dell'economia e della attività finanziarie ma anche delle banche (...) Denuncia interessante e appassionata, chiarisce pure in alcuni meccanismi del mercato finanziario che è utile conoscere per cercare di evitare disastri". (Lietta Tornabuoni, 'La Stampa', 15 febbraio 2002)

"Thriller bancario dell'avidità, con i buoni che vincono e il cattivo che perde. (...) Il gusto visivo di Robert Connelly, giovane produttore esordiente nella regia (con il sostegno del nostro Procacci), è migliore della storia che racconta, programmatica e di scoperto moralismo. Le stanze dei bottoni, dell'alta finanza hanno una luce obliqua e sospetta. Le grisaglie del comando sono lucenti di nero. Così, diventa tetro proprio ciò che dovrebbe essere luminoso, l'agiatezza, il successo". (Silvio Danese, 'Il Giorno', 14 febbraio 2002)

"Benché l'idea di ricchezza e rovina manovrate attraverso mezzi immateriali come i numeri sia affascinante, a Connolly deve essere sembrata troppo astratta; così, lo sceneggiatore-regista ha introdotto una 'second story' patetica, dove una coppia di coniugi, rovinati dalla Centabank, vuole vendicare la perdita del figlioletto vittima degli effetti collaterali. Man mano che la storia procede, il tasso di moralismo supera le dosi omeopatiche e la buona idea iniziale scivola nell'ovvietà". (Roberto Nepoti, 'la Repubblica', 24 febbraio 2002)