Amadeus

USA 1984
TRAMA CORTA
Nella Vienna di Giuseppe II, figlio di Maria Teresa d'Austria, arriva Wolfgang Amadeus Mozart. Lo presenta Salieri, musicista di corte, rispettato e apprezzato ovunque. In breve tempo Mozart, con il suo immenso talento suscita grandi entusiasmi, ma anche inimicizie e gelosie. Salieri, che conosce i limiti della propria professionalità musicale, comincia così a nutrire verso di lui un autentico odio. Ne ammira l'arte ma deplora il suo comportamento insolente e il suo linguaggio sboccato. Ma Mozart sembra trionfare anche nell'animo del Sovrano, mentre Salieri, roso dall'invidia, giura a se stesso che non avrà pace finché non vedrà il rivale morto. Nonostante i grandi successi, Mozart alla fine della sua breve vita si trova povero e abbandonato dalla moglie Costanza. Accetta di comporre un Requiem che detterà allo stesso Salieri perché troppo malato. Tutto questo viene raccontato dallo stesso Salieri chiuso in un cronicario, ormai vecchio e senza pace.

TRAMA LUNGA
Nella Vienna di Giuseppe II, l' "illuminato sovrano", figlio di Maria Teresa d'Austria, arriva Wolfgang Amadeus Mozart. Lo presenta Salieri (di poco maggiore del giovanissimo salisburghese), musicista di corte, rispettato ed apprezzato ovunque. Mozart fa presto a farsi ammirare per il suo immenso talento dalla gaia società viennese; abituato a correre l'Europa, ad incontrare successi clamorosi per ogni dove, come autore e come interprete, suscita grandi entusiasmi, ma anche inimicizie e gelosie. Salieri, che conosce i limiti della propria professionalità musicale, comincia così a nutrire verso il suo competitore un autentico odio: ne ammira affascinato la musica stupenda, ma ce l'ha con lui per una vita considerata "oscena", per certi suoi comportamenti e frasari assai liberi. E ce l'ha, soprattutto, con l'eterno Padre, il quale permette che un terreno siffatto produca una impareggiabile fioritura, mentre a lui, Salieri, non è, né forse sarà mai, consentito che di restare null'altro che un mediocre. Mozart, intanto, continua a creare e a dare concerti. I teatri viennesi ospitano, volta a volta, capolavori come il "Ratto dal Serraglio", "Don Giovanni" e il "Flauto magico"; opere tutte di straordinaria novità e bellezza. Salieri, altri accademici e miopi funzionari di Stato, fanno il possibile per contrastare o limitare il successo del nuovo astro. Ma Mozart sembra trionfare anche nell'animo del Sovrano. Mentre Amadeus, che ha sposato Costanza, continua sulla strada intrapresa, Salieri, roso dall'invidia giura a se stesso che non avrà pace finché non lo vedrà morto, disteso su di un catafalco e avvolto dalle volute della sua mirabile musica. Mozart, al termine di una vita breve e movimentata, è ormai povero ed ammalato; abbandonato da Costanza, accetta, per necessità impellenti di denaro, di comporre un "Requiem", che un misterioso committente gli paga parzialmente in anticipo, purché faccia presto. Amadeus, che ha visto nello sconosciuto un triste ambasciatore di morte, si pone con gran fatica al lavoro, ma del "Requiem " non potrà comporre che due sole parti, dettandone la materiale scrittura, durante l'agonia, allo stesso Salieri, accorso al suo capezzale, che in quelle pagine sublimi avverte, una volta di più, tutta l'altezza del genio e, al tempo stesso, un chiaro segno del destino. Mozart muore; Costanza tardivamente torna da lui: solo qualche persona seguirà lo squallido funerale, né mai a nessuno sarà dato di poter identificare le ossa del genio di Salisburgo. La vicenda è raccontata da Salieri, che si immagina ospitato in un cronicario, ormai vecchio e pressocché dimenticato - lui e la sua musica - da tutti, un Salieri che, nei suoi vaneggiamenti senili, a volte si accusa di aver ucciso quell' Amadeus, uomo riprovevole per la sua vita, ma straordinario e incomparabile musicista.
SCHEDA FILM

Regia: Milos Forman

Attori: F. Murray Abraham - Antonio Salieri, Tom Hulce - Wolfgang Amadeus Mozart, Elizabeth Berridge - Costanza Mozart, Simon Callow - Emanuel Schikaneder, Roy Dotrice - Leopold Mozart, Christine Ebersole - Caterina Cavalieri, Jeffrey Jones - Imperatore Giuseppe II, Charles Kay - Conte Orsini - Rosenberg, Kenny Baker - Commendatore, Lisabeth Bartlett - Papagena, Barbara Bryne - Frau Weber, Martin Cavina - Salieri Giovane, Roderick Cook - Conte Von Strack, Milan Demjanenko - Karl Mozart, Richard Frank - Padre Vogler, Patrick Hines - Bonno, Nicholas Kepros - Arcivescovo Colloredo, Jonathan Moore - Barone Van Swieten, Cynthia Nixon - Lorl, Miroslaw Sekera - Mozart Giovane, Vincent Schiavelli - Valletto di Salieri, Douglas Seale - Conte Arco, Herman Meckler - Prete, Philippe Lenkowsky - Cameriere di Salieri

Soggetto: Peter Shaffer

Sceneggiatura: Peter Shaffer

Fotografia: Miroslav Ondrícek

Musiche: Mark Adler - montaggio, John Strauss

Montaggio: Michael Chandler, Nena Danevic, Michael Magill

Scenografia: Patrizia von Brandenstein

Costumi: Theodor Pistek, Christian Thuri

Effetti: Garth Inns, Effects Associates Ltd.

Altri titoli:

Amadeus: The Director's Cut

Peter Shaffer's Amadeus

Peter Shaffer's Amadeus: Director's Cut

Durata: 158

Colore: C

Genere: DRAMMATICO

Specifiche tecniche: 70 MM. 6 TRACK PANAVISION TECHNICOLOR DOLBY

Tratto da: testo teatrale di Peter Shaffer.

Produzione: THE SAUL ZAENTZ COMPANY

Distribuzione: MEDUSA (1985) - WARNER HOME VIDEO, TECNEDIT, ELLE U MULTIMEDIA (I MITI - CINEMA MONDADORI) - DVD: WARNER HOME VIDEO, (2007), BLU-RAY (2009)

Data uscita: 2002-05-24

NOTE
- 8 PREMI OSCAR 1984: MIGLIOR FILM, MIGLIOR REGIA, MIGLIOR ATTORE (F. MURRAY ABRAHAM), MIGLIOR SCENEGGIATURA NON ORIGINALE, MIGLIOR SCENOGRAFIA, MIGLIOR SONORO, MIGLIORI COSTUMI, MIGLIOR TRUCCO.

- DAVID DI DONATELLO 1985 PER: MIGLIOR FILM STRANIERO, MIGLIOR REGISTA STRANIERO (MILOS FORMAN), MIGLIORE ATTORE STRANIERO (TOM HULCE).

- SUPERVISIONE MUSICALE: NEVILLE MARRINER.

- L'EDIZIONE DEL 2002 DURA 178'.
CRITICA
"Di 'Amadeus' - candidatissimo all'Oscar con ben undici 'nominations' - tanto si è parlato e scritto, che il nostro impegno di recensori, sempre forzatamente costretto, ci appare assai disagevole. Per una volta tanto, accenniamo prima di tutto allo spettacolo. E di spettacolo ce 'è ed alla gradne, ce n'è tanto da affascinare e conquistare, riconoscendo a Milos Forman non soltanto la compiuta aderenza al testo della 'pièce' teatrale di Peter Shaffer e la desiderata coerenza con la tesi di quest'ultimo, ma il giusto dell'inventiva, il paicere dello sfarzo, la sagace impaginazione delle immagini, la mai smentita incisività del ritmo cinematografico. Girato nella sua Praga per le scene viennesi, Forman ci regala gradevolissime visioni di strade e piazzette romite, la freschezza della piccola vita quotidiana, il brio e la fastosa eleganza della società settecentesca, alternando architetture (vere o inventate che siano) a minuetti, spettacoli e bisbocce, in un quadro pertinente e vivacissimo. La scenografia non cede mai al dubbio gusto, ogni arredo o decoro è ispirato, per stile e colore, alla migliore armonia tonale, cosicché ogni ambiente o atmosfera - ora nobili, ora popolareschi - ci trasmettono innumerevoli vibrazioni. Bellissima regia, dunque, di grandi effetti anche spettacolari, intelligente nel sostituire con disinvolta bravura il verosimile al vero (quando necessario), ricca di collaudato mestiere, colta e ad un tempo sensibile al palato ed alle scelte di un pubblico moderno. (...) La regia di Forman ci appare anche magistrale nella costruzione e per la scioltezza tutta cinematografica dei personaggi, delineati ed innestati in una cornice all'occorrenza lussuosa, che ben ripaga lo spettatore, ma che non lo distrae dalle riflessioni." (Segnalazioni Cinematografiche, vol. 98, 1985)

"Di nuovo al cinema, la biografia romanzata di Wolfang Amadeus Mozart firmata da Milos Forman. Ma rispetto alla versione del 1984 (otto Oscar), questo 'Amadeus - Director's Cut' ha venti minuti in più di esecuzione di opere mozartiane, tagliate in passato per privilegiare il rapporto tra Antonio Salieri e l'amato-odiato collega. Denso e avvolgente, il film 'Amadeus' non è invecchiato ed è molto più interessante di recenti biografie come 'Best', 'Iris' e 'Alì'." (Francesco Alò, 'Il Messaggero', 24 maggio 2002)