158 lungometraggi, 46 opere prime e seconde, 43 anteprime mondiali, desunti da più di 4000 film visionati. Dal 18 al 26 novembre nel capoluogo piemontese va in scena il 34° Torino Film Festival, diretto da Emanuela Martini, con Gabriele Salvatores per guest director. Il Gran Premi Torino verrà assegnato al direttore della fotografia australiano, sodale di Wong Kar-wai, Christopher Doyle, mentre un altro direttore della fotografia, l’americano Ed Lachman, guiderà la giuria di Torino 34.

Tra gli incontri condivisi dal TFF 34 con il Museo del Cinema la seconda edizione del Premio Cabiria, un incontro tra Salvatores e Ezio Bosso su Cinema e Musica e la prima edizione del Premio Langhe-Roero e Monferrato assegnato a Paolo Sorrentino, cui andranno 100 bottiglie di vino. Tra i registi presenti sotto la Mole anche Nanni Moretti, che presenta il restauro di Palombella rossa.

In concorso, tra opere prime, seconde e terze, 15 titoli, tra cui spiccano Christine (Chubbuck) di Antonio Campos, con Rebecca Hall; l’italiano I figli della notte, esordio di Andrea De Sica; l’inglese Lady Macbeth di William Oldroyd.

Nel fuori concorso di Festa mobile, viceversa, troviamo tra gli altri Sully di Clint Eastwood, Free State of Jones di Gary Ross, con Matthew McConaughey, Romeo and Juliet di Kenneth Branagh. Nella stessa sezione, proveniente dai festival stranieri: Elle di Paul Verhoeven, L’avenir di Mia Hansen-Love, L’économie du couple di Joachim La Fosse, Ilegitim del romeno Adrian Sitaru, Clash di Mohamed Diab, The Happiest Day in the Life of Olli Maki del finalndese Juho Kuosmanen, A Lullaby for a Sorrowful Mystery di Lav Diaz. Sul fronte italiano, ci sono Slam – Tutto per una ragazza di Andrea Molaioli, da Nick Hornby, con Jasmine Trinca e Luca Marinelli; il doc La felicità umana di Maurizio Zaccaro; Nessuno ci può giudicare di Steve Della Casa, sui musicarelli e il rock anni ’60; Nome di battaglia donna di Daniele Segre, sulla Resistenza femminile; Roberto Bolle. L’arte della danza.

Tra i restauri, accanto a Moretti, Raffaello Matarazzo, con Giuseppe Verdi e La nave delle donne maledette, nonché Giovanna di Gillo Pontecorvo, mentre i cinque pezzi facili di Salvatores sono Jules et Jim, Blow-Up, If…, Alice’s Restaurant e The Strawberry Statement.

Budget stabile a due milioni e 300mila euro circa, nella notturna sezione After Hours troviamo Antiporno di Sion Sono; King Cobra con James Franco sulla pornostar gay Brent Corrigan; il giapponese Sadako v Kayako, ovvero The Ring vs The Grudge; Sam Was Here, thriller tra Carpenter e Duel.

Per TFF doc 11 titoli da 11 Paesi, con ospiti quali Denis Lavant e Lou Castel; i lavori di Jonathan Littell, Wrong Elements, e Wang Bing, Ta’ Ang; una sottosezione sull’amore, TFFdoc/love. Infine, la sperimentale Onde, con 18 film di metraggio vario e l’omaggio al filmaker berlinese scomparso due anni orsono Harun Farocki; “Cose che verranno. La terra vista dal cinema”, seconda parte della retrospettiva sul futuro con La jetée di Chris Marker e A Boy and His Dog di L.Q. Jones, amato da Tarantino; l’omaggio al punk nei 40 anni di Anarchy in the UK, con Jubilee di Derek Jarman e Sid and Nancy di Alex Cox.