Entra nel vivo martedì 7 luglio a Palermo la decima edizione di Sole Luna Doc Film Festival.  Sole Luna propone trentadue documentari in concorso capaci di raccontare tanto il mondo più vicino quanto quello più lontano da noi, di aprire nuovi spazi di riflessione, di allargare lo sguardo oltre lo schermo. Provengono dal Giappone, dall'Ecuador, da Israele, Iran, Congo, Burkina Faso e poi da Svizzera, Francia, Spagna, Estonia, Belgio, Germania, Austria, Svezia, e certamente dall'Italia. La giuria internazionale chiamata a valutare i film è composta da Matthias Brunner, Eibe Maleen Kreb, Giovanni Massa, Gianni Massironi, Lupe Pérez García.

Nella selezione si presenta forte la presenza di opere che puntano dritto lo sguardo sul mondo arabo. Tra questa si segnalano: Al Karama (Italia 2014, 47') di Marco Di Noia, sulla primavera araba raccontata in diretta tra marzo e dicembre 2011.  Dignità è la parola più pronunciata nelle brevi interviste fatte alla gente durante le rivolte. La dignità di un popolo arabo, la dignità dei musulmani, la dignità di esseri umani. Hacia una primavera rosa di Mario de la Torre (Spagna 2014, 17’) in cui si ipotizza una possibile primavera rosa da parte dei giovani membri della comunità LGBT araba destinati alla clandestinità. Terra di transito di Paolo Martino (Italia, 2015, 54’), storia di Rahell che come migliaia di suoi coetanei in fuga dalla guerra, viaggia dal Medio Oriente all’Europa senza visti né passaporto, tentando di congiungersi a un ramo della famiglia che vive da anni in Svezia. Sbarcato in Italia tuttavia scopre che a dividerlo dalla sua meta c’è il Regolamento di Dublino.

La donna e la condizione femminile sono inoltre al centro di molte delle opere in concorso, a partire da A lullaby under the nuclear sky della giapponese Kana Tomoko, documentarista che, travolta emotivamente e fisicamente dal disastro alla centrale nucleare di Fukushima, offre un ritratto di madre struggente e destinato a essere ricordato a lungo. Valerie Gudenus nel suo intenso A mother's dream - Ma na sapna segue le insolite vicende di sei donne alle prese con la maternità surrogata in una clinica dell'India. Almost Friends di Nitzan Ofir fotografa l'amicizia scoccata sul web tra Samar, 12 anni, figlia di un'arabo-israeliana e di un palestinese della Cisgiordania, e Linor, di poco più piccola, nata in un insediamento ebraico nella striscia di Gaza. Una manciata di chilometri che le divide viene annullata dalla comunicazione virtuale con esiti sorprendenti nella loro vita e in quella delle loro famiglie. E' un dialogo tra passato e presente quello che invece vede protagonista Klaudia nel suo ¿Asì son los hombres? di Klaudia Reynicke, mediato e reso possibile da una valigia di VHS che testimoniano le fasi di una vita iniziata in Perù e proseguita in Svizzera. E' un'immersione nel mondo da favola del balletto classico l'estone Elizabeth's Playground di Maris Kerge e Erik Norkroos, dove una bimba di 4 anni raccoglie l'eredità dei genitori ex ballerini lasciando allo spettatore il seguente quesito: cosa sarebbe della sua vita senza la danza? I comme Iran di Sanaz Azari accende i riflettori sulla storia e la cultura di un paese spesso presente nella filmografia di Sole Luna Doc Film Festival. Le lezioni di farsi, lingua madre dell'autrice e protagonista, seguite a Bruxelles, diventano col contributo del maestro, occasione per un appassionato incontro con una parte di se e della storia del proprio popolo. Iraniane sono anche le protagoniste di Jashn-e Taklif di Firouzeh Khosrovani, adolescenti che come tanti altri ovunque nel mondo desiderano, dubitano, si mostrano su Instagram. Nove anni prima ricevevano da un imam i precetti religiosi che avrebbero dato fine ai giorni dell'infanzia spensierata e segnato l'inizio dell'età del dovere. Léone, mére & fils di Lucile Chaufour è un delizioso ritratto di una donna come tante altre, alle prese con un mondo di uomini, madre di un bambino, Patrick, che sembra avere occhi solo per lei. L'Italia propone con Ninì di Gigi Giustiniani la storia romantica nata a inizio anni Trenta di Gabriele Boccalatte e Ninì Pietrasanta. L'incontro sul Monte Bianco, le imprese sulle Alpi dove insieme aprirono le vie più difficili. Il figlio Lorenzo ricostruisce l'avventura di vita dei genitori riportando sullo schermo le immagini della cinepresa 16mm che la stessa Ninì portava sempre con se. Destinato a lasciare un segno decisivo nel pubblico è The Free Voice Of Egypt, straordinario documentario sulla scrittrice, psichiatra e attivista egiziana Nawal al Sa'dawi. Tra le personalità più importanti del nostro tempo impegnata per favorire l'emancipazione delle donne, la protagonista del film di Konstanze Burkard è un'intellettuale che si distingue per il massimo impegno culturale e politico e la cui biografia abbraccia oltre 8 decenni di storia egiziana.

Lo spettro dei temi della selezione di film di Sole Luna Doc Film Festival 2015 include anche la guerra, le sue vittime, le sue innumerevoli storie. A partire da We Cannot Go There Now, My Dear di Carol Mansour, dove si racconta il destino dei profughi palestinesi. Scappati nel '48 in Siria, si trovano obbligati a fuggire nuovamente, questa volta in Libano, vivendo così la precarietà e il dramma di chi è doppiamente profugo. Those Who Said No di Nima Sarvestani mette al centro i sopravvissuti alle atrocità di massa compiute dal regime iraniano. Un tribunale internazionale consente alle vittime e ai loro familiari di riportare a galla una verità dolorosa e insieme vergognosa. The Silent Chaos di Antonio Spanò volge lo sguardo verso la Repubblica Democratica del Congo e i suoi figli, che non hanno voce e speranza, eppure continuano a combattere per la propria dignità.  La verdad bajo la tierra. Gautemala, el genocidio silenciado di Eva Vilemala raccoglie la storia delle vittime delle repressioni messe in atto contro le comunità maya tra gli anni '60 e '90. Un fotografo, Miquel Dewever-Plana, restituisce il ricordo di quegli orrendi anni ai testimoni sotto forma di immagini, rendendo così indelebile la memoria. El gran vuelo di Carolina Astudillo vede protagonista Clara Pueyo Jornet, militante del partito comunista, fuggita dal carcere di Barcellona durante la dittatura di Franco. La sua vita si intreccia a quella di tante donne destinate alla sottomissione e alla rinuncia della libertà. Un'altra lotta, questa volta contro le minacce dell'industria petrolifera, è quella che vede in prima linea il popolo amazzonico di Sarayaku in Le chant de la fleur di Jacques Dochamps e José Gualinga. Il racconto della lotta per la libertà passa attraverso la musica in The Sound Before The Fury di Lola Frederich e Martin Sarrazac che intreccia le vicende del musicista Archie Shepp e della produzione dell'album Attica Blues, omaggio alla rivolta della prigione di Attica, a immagini della ribellione registrate nel '72. Un inno alla libertà a pochi giorni dal concerto di Shepp a Parigi in cui ripropone con 25 musicisti il suo Attica Blues.

Gli altri titoli della selezione sono: Bla cinima di Lamine Ammar-khodja che racconta Algeri e il ruolo del mezzo cinematografico nel delineare il ritratto di una città pulsante; Cantonese Rice di Mia Ma dove l'incontro tra culture si svela sondando la difficoltà linguistica in una famiglia dove la cultura paterna cinese incontra quella europea; Destination de Dieu di Andrea Gadaleta Caldarota entra nella comunità di africani che popola una baraccopoli a Rignano Garganico e che diventa protagonista di un documentario, proprio quello che da nome al titolo del film selezionato;  Waiting For The (T)rain di Simon Panay è un'istantanea di vita di giovani e vecchi in un paesino della savana del Burkina-Faso, la cui sete e fame sono saziate dai viveri lanciati dai passeggeri dei treni in transito. Apre uno squarcio sulla Georgia, Mutso, l'arrière-pays di Corinne Sullivan, storia del rapporto tra padre e figlio che hanno trovato radici a Mutso, tra le montagne del Caucaso. Immagini mozzafiato e le suggestioni di leggende epiche fanno del film un piccolo e intenso manifesto dell'incontro tra passato e presente. Sciesopoli, un luogo della memoria di Enrico Grisanti entra nella ex colonia fascista di Selvino (Bg) dove nell'immediato dopoguerra vennero accolti oltre 800 bambini e ragazzi ebrei reduci dai campi di concentramento.

L'arte e il suo potere unificante sono al centro di Naoshima (Deam On The Tongue) di Claire Laborey, cronaca di un'isola giapponese che da patria di pescatori e agricoltori è divenuta un vero e proprio polo culturale grazie a un progetto di sponsorizzazione dell'arte contemporanea. Otto chilometri di utopia, raccontata dai suoi abitanti. Diretto da Robert Cahen, tra i massimi videoartisti del nostro tempo, è invece Cerimonies, opera di bellezza ipnotica che interpreta il mai scontato dialogo tra Natura e Uomo.

Sole Luna Doc Film Festival è organizzato dall'associazione Sole Luna – Un ponte tra le culture col sostegno di Regione Sicilia, Assessorato del Turismo, dello Sport e dello Spettacolo (attraverso l’Accordo di Programma Quadro per lo sviluppo dell’audiovisivo in Sicilia, progetto Sensi Contemporanei, tra la Direzione Cinema del Ministero dei Beni Culturali e del Turismo, l’Agenzia per la Coesione Territoriale e la Film Commission Siciliana), sotto l’egida delle Nazioni Unite, col patrocinio del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali, del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, di AGcom, del Comune di Palermo e delle Università degli Studi di Palermo, di Padova, Ca’ Foscari e IUAV di Venezia.

Il Festival si svolge a Palermo fino al 12 luglio presso la GAM - Galleria d'Arte Moderna, Chiostro di Sant'Anna e Cortile Bonet, www.solelunadoc.org, #soleluna2015