“Questi premi non sono inferiori a quelli che si daranno stasera. C’è tanta emozione anche adesso. È il momento dei verdetti finali”. Così Federico Pontiggia, giornalista della Rivista del Cinematografo, presenta la cerimonia dei Premi Collaterali della 74a Edizione della Mostra Internazionale di Arte Cinematografica di Venezia,

La premiazione si svolge nella Sala Tropicana 1 dell’Hotel Excelsior, nello spazio della Fondazione Ente dello Spettacolo al Lido. I premi assegnati sono sei, a cui si aggiungono tre menzioni speciali.

Il Premio Civitas Vitae, promosso dalla Fondazione OIC Onlus, lo vince Silvio Soldini per Il colore nascosto delle cose. Viene assegnato al regista o all’interprete che meglio ha saputo trasmettere l’immagine della fragilità umana, al di fuori degli schemi consueti. Le motivazioni recitano: “Il regista, con Il colore nascosto delle cose racconta una straordinaria storia di coesione sociale, illuminando il lato nascosto dell’accoglienza: aprirsi all’altro, accettarne debolezze e disabilità, rafforza la nostra personalità, cambia la nostra esistenza”.

“Per Silvio questo riconoscimento significa molto. Lui aveva iniziato a lavorare con i ciechi già nel 2013, per il documentario Per altri occhi. Da allora non ha più abbandonato questo mondo”, spiega Nicoletta De’ Vecchi, della Videa Film.

Il Premio Interfilm per la Promozione del Dialogo Intereligioso è consegnato al film Los versos del olvido (I versi dell’oblio), diretto da Alireza Khatami. Il riconoscimento va all’opera che ha saputo combinare la dura realtà con la poesia visiva, per raccontare una storia che trascende il tempo, i luoghi, lo spazio, la cultura e la religione. “Alireza Khatami ha saputo rappresentare una vicenda umana di perdita, di memoria e di lutto con immagini che trasmettono compassione e umanità. La cura dei vivi e dei morti unisce gli uomini anche se hanno tradizioni e rituali diversi”, legge Federico Pontiggia.

La Giuria C.G.S. – Circoli Giovanili Socioculturali assegna il Premio Lanterna Magica al film L’equilibrio di Vincenzo Marra, con la seguente motivazione: “Per la coraggiosa narrazione di un percorso di testimonianza umana e cristiana, vissuto per scelta in un ambiente sociale difficile. Le tematiche forti dell’illecito smaltimento dei rifiuti, dei poteri malavitosi, dell’omertà che nasce dalla paura, vengono affrontate da una regia asciutta e tagliente, quasi scabra, che toglie anche alla gestualità del protagonista ogni morbidezza o compromesso”.

Il film La villa (The House by the Sea) diretto da Robert Guédiguian si aggiudica il Premio Signis, per la sua capacità di rappresentare il mondo in cui viviamo. Per la giuria: “La Villa ha molto da dire sui legami familiari, il significato della casa, il rapporto con i vicini (migranti) e il confronto con la popolazione che invecchia. Una onesta e commovente rappresentazione della vita”.

La prima Menzione Speciale va a Foxtrot del regista Samuel Maoz, perchè il film “trasporta in un viaggio inaspettato di dolore, seguendo la perdita del figlio adulto di una famiglia. Quanto della nostra sofferenza é da attribuire alla nostra pura volontà e quanto invece é già prestabilito? Un film onesto di natura psicologica che parla anche della guerra e delle sofferenze di una famiglia”.

L’Associazione Fiuggi Family Festival, in collaborazione con la Fondazione Ente dello Spettacolo, assegna il Premio Gianni Astrei a Gatta Cenerentola di Alessandro Rak, Ivan Cappiello, Marino Guarneri e Dario Sansone. Proiettato nella sezione Orizzonti del Festival veneziano, vince “per avere reinterpretato una favola eterna, contestualizzandola in una Napoli al contempo futuristica e tremendamente attuale, abbinando a suon di metafore il destino di uno al destino di tutti. Una fiaba in cui la tecnologia si sostituisce alla dimensione magica, rivelando ciò che resta oltre i confini del tempo: il passato, i sogni, il bene voluto e la verità”. L’opera inaugurerà l’edizione 2018 del Fiuggi Film Festival.

Il Premio Fedic, della Federazione Italiana dei Cineclub, destinato all’opera che meglio riflette l’autonomia creativa e la libertà espressiva dell’autore, lo vince La vita in comune di Edoardo Winspeare. Nelle motivazioni, si legge che: “Il regista, raccontando con immagini solari e vive le vicende del paesino di Disperata, riesce a trasformare le situazioni drammatiche in una commedia di valore universale, a volte con sottile ironia, pur mantenendo la coerenza della sua filosofia di autore indipendente e fieramente locale, con la speranza di un riscatto sociale”.

Due le Menzioni Speciali Fedic. La prima al film Nico, 1988, di Susanna Nicchiarelli. “Perché racconta senza indulgenza, con un’analisi dolente e partecipata, la parabola esistenziale di Christa Paffgen, nota ai più come Nico, una donna di mezza età che rifiuta la vita normale ed è rifiutata dai conformisti”.

La Menzione Fedic – Il Giornale del Cibo, va invece al cortometraggio Le Visite di Elio Di Pace, poiché l’opera propone la scena più significativa legata agli alimenti. “Il cibo, la sua preparazione, sono parte integrante del cortometraggio che è ambientato in una cucina dove una madre e una zia preparano la pasta al forno e i pacchi di caffè da portare al figlio detenuto a Poggioreale”.