“Canti religiosi nel più bel senso del termine, vale a dire che mettono in connessione, collegano la terra al cielo, i morti con i vivi, gli armeni con i turchi, i figli delle vittime con quelli dei carnefici. Se il film riuscirà anche a scuotere le certezze di chi guarda, spingendolo a riconsiderare i propri pregiudizi, se offrirà una prospettiva diversa sul mondo, allora sapremo di aver fatto qualcosa di utile e il nostro lavoro troverà il suo significato”. Con queste parole i registi Nathalie Rossetti e Turi Finocchiaro hanno presentato questo pomeriggio il documentario “Choeurs en exil”, proiettato in anteprima nella prestigiosa cornice della Filmoteca Vaticana alla presenza dell’Ambasciatrice della Repubblica Armena in Italia Victorya Bagdassarian e dell’Ambasciatore della Repubblica Armena presso la Santa Sede Mikayel Minasyan. Tra gli ospiti presenti in sala anche il regista francese di origini armene Robert Guédiguian e l’attrice Ariane Ascaride che ieri sera hanno inaugurato il festival con il film “La Villa”.

I registi Nathalie Rossetti e Turi Finocchiaro - Foto Karen Di Paola

L’evento – organizzato nell’ambito della XXI edizione del Tertio Millennio Film Fest, festival del dialogo interreligioso – è stato preceduto dal suggestivo concerto “Canti dall’Armenia”, una selezione di canti della tradizione popolare armena eseguiti dai musicisti Aram Kerovpyan e Virginia Pattie Kerovpyan, al cui lavoro è dedicato “Choeurs en exil”. Il film è un viaggio iniziatico sulle tracce di una tradizione culturale che rischia di scomparire e mostra come sia possibile ricordare, curare e superare i traumi della storia attraverso un’esperienza estetica totale. Per tramandare un'antichissima tradizione di canto, Aram e Virginia Kerovpyan, coppia di armeni della diaspora, conducono un gruppo di attori europei del Grotowski Institute di Wroclaw in un viaggio in Anatolia, sui luoghi dove quest'arte è fiorita in passato. Durante il viaggio, le domande degli attori fanno riemergere la ricchezza di questa cultura: il canto e la recitazione diventano lingua di creazione e di condivisione, soffio di vita.

Aram Kerovpyan - Foto Karen Di Paola

“Nel loro peregrinare, Aram e Virginia incontrano testimonianze del passato, resti dimenticati sulle orme del Genocidio armeno. Ricordano e tentano di ritardare il tempo in cui il canto tradizionale e liturgico scomparirà – spiegano i due registi -. Questa arte in via di estinzione è sempre meno impiegata nelle chiese armene e le nuove generazioni hanno poco interesse nel trasmettere tale cultura, sebbene alcuni di loro continuino a crederci. Questi ultimi formano una minoranza, a Parigi, a Istanbul e forse anche altrove. Aram e Virginia cantano non solo per gli armeni, nelle chiese, ma in tutta Europa, sia nei concerti che nel corso degli incontri tenuti nei villaggi curdi o turchi; e le loro canzoni sono un soffio di verità”.

“Choeurs en exil” è uno dei nove film in concorso per il “Premio Tertio Millennio – Un film per il dialogo interreligioso” assegnato da una giura interreligiosa presieduta da Mons. Davide Milani e composta da Tiago Branchini, Delegato italiano dell’Associazione Internazionale Protestante Cinema INTERFILM, Sira Fatucci, Delegato per Il Pitigliani - Centro Ebraico Italiano, e Zanolo Yahya Abd al-Ahad, Delegato della Comunità Religiosa Islamica Italiana CO.RE.IS. La cerimonia di consegna si terrà, alla presenza di Mons. Dario E. Viganò, Prefetto della Segreteria per la Comunicazione della Santa Sede, sabato 16 dicembre alle ore 17.30 in Filmoteca Vaticana con la conduzione di Francesca Fialdini e sarà preceduta dal monologo teatrale “Fare un’anima” scritto e interpretato da Giacomo Poretti.

Il XXI Tertio Millennio Film Fest, in programma a Roma dal 12 al 16 dicembre, e organizzato dalla Fondazione Ente dello Spettacolo (FEdS), presieduta da Mons. Davide Milani, con il patrocinio della Segreteria per la Comunicazione della Santa Sede, del Pontificio Consiglio della Cultura, dell’Ufficio Nazionale per le Comunicazioni Sociali CEI, della Direzione Generale Cinema MiBACT e dell’Assessorato alla Crescita Culturale del Comune di Roma.

Nato su impulso di Giovanni Paolo II nel 1997, il festival è da sempre attento a indagare i temi legati alla spiritualità e da due anni si propone come luogo di dialogo interreligioso e interculturale tra le comunità cattolica, protestante, ebraica e islamica.