SHINE

AUSTRALIA 1996
Il giovane David Helfgott inizia lo studio del pianoforte in maniera ossessiva per colpa del padre che lo vuole musicista di successo. Finisce internato in una clinica psichiatrica. Ne uscirà , ritrovando la sua arte, grazie all'amore dell'astrologa Gillian.
SCHEDA FILM

Regia: Scott Hicks

Attori: Geoffrey Rush - David Adulto, Armin Mueller-Stahl - Peter, Noah Taylor - David Adolescente, Lynn Redgrave - Gillian, Justin Braine - Tony, Alex Rafalowicz - David Bambino, John Gielgud - Cecil Parkes, Googie Withers - Katharine Susannah Prichard, Sonia Todd - Sylvia, Nicholas Bell - Ben Rosen

Soggetto: Scott Hicks

Sceneggiatura: Jan Sardi

Fotografia: Geoffrey Simpson

Musiche: David Hirschfelder

Montaggio: Pip Karmel

Scenografia: Vicki Niehus

Costumi: Louise Wakefield

Effetti: Ray Fowler

Durata: 105

Colore: C

Genere: DRAMMATICO MUSICALE ROMANTICO

Specifiche tecniche: PANORAMICA A COLORI

Produzione: MONUMENTUM FILMS, AUSTRALIAN FILM FINANCE CORPORATION, FILM VICTORIA

Distribuzione: LUCKY RED DISTRIBUZIONE - LUCKY RED HOME VIDEO- DNC ; LUCKYRED DVD ( 2001).

NOTE
- IL FILM E' ISPIRATO ALLA VITA DI DAVID HELFGOTT, CHE E' ANCHE IL VERO INTERPRETE DEI BRANI PIANISTICI, CONCERTO N.3 DI RACHMANIVOV COMPRESO.

- OSCAR 1996 A GEOFFREY RUSH, MIGLIOR ATTORE PROTAGONISTA.

- PREMIO DELLA CRITICA E DEL PUBBLICO AL FESTIVAL DI TORONTO 1996.

- MONTAGGIO E MISSAGGIO DEL SUONO: ROGER SAVAGE.

- REVISIONE MINISTERO NOVEMBRE 1996.

- MONTAGGIO: PHILIPPA KARMEL E' ACCREDITATA COME PIP KARMEL.
CRITICA
"Gli spettatori hanno trovato nel film di Scott Hicks motivi che, in qualche modo, riguardavano il loro stesso vissuto: un contrasto fra padre e figlio nato da troppo amore; un ideale inseguito con ostinazione che, quando pare a portata di mano, fugge e viene riacciuffato quasi per caso; una ritrosia di carattere che, se non arginata in tempo, rischia di provocare situazioni senza ritorno; e, dato che l'individuo non può essere tentato oltre un limite di resistenza, infine il raggiungimento di un po' di tranquillità. Questi spunti di indubbio interesse tematico, sono valorizzati da una regia accorta e da un'ammirevole recitazione di scuola britannica con un contributo eccezionale da parte del tedesco Armin Mueller-Stahl. (...) Commosso e contratto nei capitoli iniziali, il film affronta con modi disinibiti, perfino umoristici, divertenti e vitali, l'esperienza di segregazione e, infine, il ritorno sulle scene del pianista. Oggi David Helfgott è concertista quotatissimo. Il film si congeda dal personaggio nel momento di maggiore splendore. Fra le fortune di David va posto, direi, anche il successo del racconto cinematografico che ne narra le belle e le brutte avventure". (Francesco Bolzoni, 'Avvenire', 3 gennaio 1997)

"Preparate i fazzoletti ma non per spargervi lacrime comuni: 'Shine' è un film non banalmente commovente. Ha un incipit di tragedia intima e poi un grande momento musicale, di quelli che lasciano libera la fantasia di vagare nei misteri delle note e della psiche. Ogni riferimento al capolavoro di Joseph Roth 'Giobbe' è probabilmente casuale, ma c'è da pensarci su. Una storia forte e un poco disorganica, protetta da vari alter ego per le varie età del pianista, con una menzione d'onore per Geoffrey Rush che è il David adulto, con un lampo di innocenza assoluta. Due grandi vecchi gli stanno intorno: John Gielgud, il professore dalla fama leggendaria, e Armin Mueller-Stahl che tiene prigioniero il ragazzo prodigio con un maxi complesso di Edipo. Scott Hicks, che si presenta con un curriculum di tv, spot e video-clip, dimostra di avere saputo entrare con la cinepresa dentro un grumo di infelicità che rischia di trasformarsi nel suo opposto". (Maurizio Porro, 'Il Corriere della Sera', 19 dicembre 1996)

"L'esposizione della vicenda non è in ordine cronologico, ma avviene attraverso una struttura a mosaico che, a colpi di sconnessioni temporali, percorre il tormentato itinerario di David fino alla sua 'resurrezione', favorita da un bizzarro innesto sull'astrologia dell'amore di una matura, simpatica donna che lo ascolta, gli fa da mamma, lo sposa e lo salva. Aggiungete al conto le presenze di Geoffrey Rush che fa David adulto e dà molto filo da torcere al suo doppiatore italiano, dell'altrettanto bravo Noah Taylor che è David adolescente; del veterano tedesco Muller Sthal come suo padre, personaggio 'più grande della vita', e del novantenne John Gielgud grande ed 'evergreen' attore inglese. Aggiungete soprattutto la sapienza drammatica di una sceneggiatura scritta con intelligenza e il brio registico di Scott Hicks che, dopo un fecondo apprendistato in televisione e nel cinema per ragazzi, allunga la lista dei brillanti registi australiani.
Chi ha esperienza di biografie musicali sullo schermo, sa quanto siano rischiose e disponibili al kitch più efferato; basta ricordare lo scempio di Beethoveen perpetrato nel recente 'Amata immortale' con Gary Oldman. Anche perciò i meriti di un prodotto medio come 'Shine' sono apprezzabili". (Morando Morandini, 'Il Giorno', 13 dicembre 1996)

"(...) Ma se non ci fosse altro a raccomandare la visione di 'Shine' oltre alla sapienza della regia, alla forza della storia, e all'ambiguo piacere delle lacrime, basterebbe la presenza di Geoffrey Rush, l'attore che interpreta David adulto: simpatico, innocente, farfugliante, infantile. E seducente quanto basta da rendere credibile la scelta a rischio che compie Lynn Redgrave, e per far sospettare che su di lui, il prossimo marzo, si appunteranno molti voti dei giurati dell'Academy". (Irene Bignardi, 'la Repubblica', 14 dicembre 1996)

"Hicks, pur avendo a che fare con una persona tuttora vivente e molto conosciuta in Australia, non ha sottaciuto, con il suo esplicito consenso, nessun elemento che pure, soprattutto al momento delle crisi adolescenziali e dell'infermità psichica, avrebbe potuto disturbare. Sincero, asciutto, in qualche momento persino solo cronostico, non ha esitato di fronte a nessun dettaglio, neanche i più scabrosi (la pipì a letto come conseguenza degli scontri psicologici con il padre), ma ha rappresentato tutto con modi delicati e quasi vellutati, privilegiando a volte il non detto (senza cedere però né a ipocrisie né a falsi pudori) e tenendosi soprattutto alle analisi psicologiche più fonde, non trascurando nessun carattere, a cominciare ovviamente da quello del protagonosta che, proposto da tre attori in tre età diverse, l'infanzia, l'adolescenza, la maturità, viene prospettato lucidamente in ogni suo risvolto, sia, soprattutto, quando si scontra con quel padre amato, odiato e temuto, sia quando, a Londra, entra positivamente in contatto con un insegnante di musica che è il suo esatto opposto, sia quando si aggrappa alla donna cui, come ad un angelo tutelare, dovrà finalmente non solo la guarigione ma il ritorno al lavoro ed al successo" ('il Tempo, 24 dicembre 1996)