Donnie Brasco

Donnie Brasco

USA 1997
Negli anni Settanta, l'agente dell'FBI Joe Pistone lascia la famiglia e si infiltra nella mafia col nome di Donnie Brasco. Diventa un gangster che deve provare la sua assoluta lealtà e la disponibilità a commettere crimini per essere accettato nella banda. Donnie entra in confidenza con Lefty Ruggiero, anziano killer piuttosto cinico che non è mai arrivato ai vertici e ora vede nel rapporto col giovane la possibilità di un futuro diverso. Lefty garantisce per Donnie nei confronti dei grandi capi, e tutto sembra andare per il meglio, ma alla lunga l'amicizia diventa tale, che Donnie non riesce più ad essere distaccato emotivamente dal compito che sta svolgendo. Così i rapporti con la moglie e le figliolette si deteriorano sempre più e Donnie si trova invischiato in qualcosa che non aveva previsto. Più si avvicina ai vertici della mafia, più Donnie sente di immedesimarsi nel ruolo di gangster e insieme di portare alla rovina l'amico Lefty. Solo di fronte ad un ulteriore omicidio in serie, Donnie ritrova la forza per tornare ad essere se stesso e a far arrestate alcuni nomi grossi. Ma, mentre riceve la medaglia dall'FBI, sa che non è riuscito a salvare l'amico Lefty, che la mafia aveva già condannato a morte.
SCHEDA FILM

Regia: Mike Newell

Attori: Al Pacino - Lefty Ruggiero, Johnny Depp - Joseph D. Pistone, Michael Madsen - Sonny Black, Bruno Kirby - Nicky, James Russo - Paulie, Zeljko Ivanek - Tim Curley, Robert Miano - Sonny Red, Gerry Becker - Dean Blandford, Brian Tarantina - Bruno, Anne Heche - Maggie Pistone

Soggetto: Joseph D. Pistone

Sceneggiatura: Joseph D. Pistone

Fotografia: Peter Sova

Musiche: Patrick Doyle

Montaggio: Jon Gregory

Scenografia: Donald Graham Burt

Arredamento: Leslie A. Pope

Costumi: Aude Bronson-Howard, David C. Robinson

Durata: 126

Colore: C

Genere: DRAMMATICO

Tratto da: libro "Donnie Brasco, My Undercover Life in the Mafia" di Joseph D. Pistone

Produzione: MARK JHONSON, BARRY LEVISON, LOUIS DI GIAIMO, GAIL MUTRUX, MANDOLAY ENT.

Distribuzione: CECCHI GORI GROUP

NOTE
- REVISIONE MINISTERO LUGLIO 1997
CRITICA
"Confermando che di un Paese talvolta vede più cose uno che vi è appena arrivato di uno che vi ha sempre vissuto, Mike Newell rappresenta con forza di persuasione un ambiente che, in fondo, il cinema gangsteristico, anche il migliore, ha spesso trascurato: il mondo della manovalanza che un forte senso di solidarietà, di appartenenza al gruppo tiene insieme, rende compatto. Il cinema americano ha sempre saputo raccontare storie di amicizia. Lavorando su un libro di memorie di Joe Pistone e sulla solida sceneggiatura che Paul Attanasio ne ha tratto, Mike Newell va ben oltre un risultato apprezzabile anche per merito delle eccellenti interpretazioni di Al Pacino e di Johnny Depp che, come convintissimo Donnie Brasco, conferma di essere fra i migliori rappresentanti della sua generazione". (Francesco Bolzoni, 'Avvenire', 7 novembre 1997)

"E' uno dei film che rimarranno nella storia del cinema di mafia, raggiungendo, su un'atmosfera esistenziale sospesa sulla volgarità del mondo, sottigliezze espressive non comuni, ma anche con qualche riferimento ai classici come 'Al Capone' o 'Scarface'. I due goodfellas, quello d.o.c., fedele soldatino del crimine organizzato, e quello finto, sono una coppia che si incastra in modo esemplare: il piccolissimo boss Al Pacino e il sicuro e l'arrogante agente Johnny Depp sono strepitosi". (Maurizio Porro, 'Il Corriere della Sera', 8 novembre 1997)

"Depp è tutto dilemma trattenuto; Pacino che ribalta le sue caratterizzazioni del 'gangster come eroe tragico' per Coppola e De Palma, ha momenti di sublime istrionismo. Con talenti così, la tentazione di leggere il film come un'allegoria è forte. Non sono gli attori, in fondo, professionisti della simulazione e del doppio gioco? Senza dirlo ad alta voce, Donnie Brasco ci racconta anche il loro mestiere". (Roberto Nepoti, 'la Repubblica', 15 novembre 1997)

"Eccellente poliziesco di Mike Newell, appassionata e crudele cronistoria di un'amicizia impossibile, un film sorprendentemente privo di violenza e dalle delicate sfumature psicologiche, con un finale così struggente da lasciare il groppo in gola. Gran parte del merito va alla superba interpretazione di Al Pacino, ma Johnny Depp ha già le stimmate del campionissimo". (Massimo Bertarelli, 'Il giornale', 30 aprile 2001)