È morta Giovanna Marini. Aveva 87 anni. Cantautrice tra le più importanti del nostro Paese, è state sempre impegnata nel recupero e nella divulgazione della tradizione musicale popolare italiana, tramandandone la memoria storica e la permanenza dell’immaginario.

Nata a Roma il 19 gennaio 1937, Marini è cresciuta in una famiglia di musicisti e si è affermata nel 1964 quando, al Festival dei Due Mondi, suscitò scandalo con lo spettacolo Bella ciao, ideato da Roberto Leydi e Filippo Crivelli. Lìesecuzione di O Gorizia tu sei maledetta insieme ad altri artisti folk della cosiddetta Nuova canzone politica come Giovanna Daffini, Caterina Bueno, Ivan Della Mea e Michele Straniero, riproposto in chiave antimilitarista, scatenò tentativi di censura e interrogazioni parlamentari.

Marini ha girato tutto il Paese alla riscoperta dei canti popolari in lingua italiana e nei vari dialetti regionali, diventando una colonna portante dell’Istituto Ernesto De Martino e una figura fondamentale della ricerca etnomusicale. È stata attiva anche come compositrice di colonne sonore per il cinema: oltre agli intensi sodalizi con Citto Maselli, con cui lavora dagli anni Sessanta (tra le loro collaborazioni, Lettera aperta a un giornale della sera, Storia d’amore, Il sospetto, Le ombre rosse), Paolo Pietrangeli (Bianco e neroPorci con le ali e I giorni cantati) e Yervant Gianikian e Angela Ricci Lucchi (Prigionieri della guerraSu tutte le vette è pace, Oh! Uomo), da citare anche la canzone Ho bisogno di te per il film femminista Io sono mia di Sofia Scandurra, Café Express di Nanni Loy, Via Paradiso di Luciano Odorisio. A lei sono stati dedicati due documentari: A sud della musica – La voce libera di Giovanna Marini di Giandomenico Curi e Giovanna, storie di una voce di Chiara Ronchini. La sua voce si sente anche nell’opera prima di Simone Massi, Invelle, prossimamente nelle sale.