"Questo film sta all'Iliade come Anna Karenina sta alla moglie di Ettore". Dal teorema di Benioff, sceneggiatore di Troy con all'attivo anche La 25ª ora, si desumono due importanti conclusioni. La prima, ormai nota, è la libertà che Wolfgang Petersen si è concesso nell'ispirarsi all'Iliade. La seconda, già meno, risiede nell'abissale differenza che ha dimostrato di poter fare un regista. Allora (quasi) raffinato, Benioff taglia oggi i personaggi con l'accetta. Il più squadrato appare il protagonista Achille. Per natura impossibilitato a sorridere (tradizione ed etimologia vogliono che fosse "privo di labbra") il semidio Brad Pitt cambia espressione una sola volta (quando Priamo va a reclamare il cadavere del figlio Ettore) e mezza (già che c'è gli restituisce anche la schiava Briseide) in ben 2 ore e 45 minuti di film. In compenso eccelle in retorica. Il primo saggio accompagna fuori campo i titoli di testa: "L'uomo è ossessionato dalla dimensione dell'eternità. E' per questo che combatto". E così in crescendo fino al drammatico epilogo, quando morente si abbandona a Briseide: "Tu mi hai dato la pace in una vita di guerra". Più di un'attenuante viene però da concederla guardandosi intorno. Fuori concorso Priamo-O'Toole (a cui basta lo sguardo scorato su Troia in fiamme per meritare il cachet), gli altri personaggi paiono già meno schematici. Più umano e tormentato Ettore-Bana, nel dongiovanni Paride (Bloom) fa capolino addirittura una velata ironia. E le donne? Sofferenti come la regia impone, Andromaca (Burrows) ed Elena (Kruger) patiscono (talvolta anche all'unisono) per le disgrazie e le peripezie dei loro mariti-promessi. Una spanna sopra, la meno patinata Briseide (Byrne). Dalla sua, ad onor del vero, anche spazi espressivi più ampi e un tormento interiore che l'originale avrebbe concesso anche ad Andromaca. Gli originali, anzi. Non solo l'Iliade, ma anche l'Odissea e l'Eneide, che Petersen ha saccheggiato e rimescolato a piacimento. Chiude il cerchio il passaggio di consegne tra Paride ed Enea nel parapiglia finale: a lui la spada di Troia. E forse il testimone del sequel.