Sei storie, sei wannabe attori e un campo di calcio. In quella squadra, allenata da Giacomino Losi, giocava pure Pasolini, per cui il calcio era l'unico rito residuo, e oggi in quella squadra gioca anche Marco Risi. Incuriosito dai compagni, “che non lavorano e che il lavoro lo cercano con ogni mezzo, ma anche con orgoglio e dignità”, il regista s'è fatto raccontare le loro storie, ne ha selezionate sei ed ecco Tre tocchi, ovvero visione, concentrazione, velocità.

In cartellone al Festival di Roma, sezione Gala, un piccolo film, e non solo per budget: Risi, anche produttore con Andrea Iervolino e Monika Bacardi, non riesce a farci appassionare di questi sei personaggi che a loro volta rimangono in cerca di un autore, e di un film. Guest star Matteo Branciamore, Francesca Inaudi, Luca Argentero, Marco Giallini, Claudio Santamaria, Paolo Sorrentino, Maurizio Mattioli, Ida Di Benedetto e Valentina Lodovini, interpretato da Massimiliano Benvenuto, Leandro Amato, Emiliano Ragno, Vincenzo De Michele, Antonio Folletto, Gilles Rocca e Gianfranco Gallo, il film intreccia sul campo e a tavola e poi, con qualche ulteriore incrocio, ci fa “seguire” singolarmente i sei personaggi: il teatrale Antonio, mantenuto da una vecchia gloria; Emiliano, doppiatore e facchino; Gilles, che ha conosciuto il successo in una serie tv ma non sa gestirlo; Leandro, prostituta sul palco, affamato di vita; Max, acchiappino al ristorante, attore senza quid; Vincenzo, che fa sesso e prega.

Di sei uno? No, e se della vita degli attori – non attori già sapevamo o potevamo agevolmente immaginare, qui nulla si aggiunge e, soprattutto, manca una visione. Almeno, una visione appetibile per il pubblico.