Charlie (Shia LaBeouf) ha una visione. La madre morta di cancro gli parla e lo esorta a liberare cuore e mente dal dolore. Per farlo, Charlie decide di andare a Bucarest. In aereo muore un passeggero. Ma prima di morire ha un ultimo desiderio che consegna a Charlie: recapitare un pacco alla sorella Gabi (Evan Rachel Wood), a Bucarest. Charlie e Gabi si incontrano, Charlie si innamora della musicista. Se non fosse che Gabi è più o meno di proprietà di uno psicopatico Boss della droga. Charlie ha finalmente un obiettivo: proteggere il suo amore. Risultato: un'orda di killer rumeni alle calcagna. Un film di cui il Ministero del Turismo di quel Paese probabilmente si lamenterà. Il film in concorso alla Berlinale di Fredrik Bond proprio non convince. Il background del regista è la pubblicità, i magazine, e i video musicali. E si vede. Non sempre fa bene cambiare mestiere. Questo The Necessary Death of Charlie Countryman, già presentato al Sundance Film Festival, è un dramma quasi soprannaturale e forse romantico decisamente non necessario. La debolezza fatale del debutto cinematografico di Bond è la scarsa plausibilità della storia d'amore al centro della sua visione. Tra i due attori poi, giovani, bravi e belli , proprio non c'è chimica. Il cast fa quello che può ma lo script fa acqua. Incontri improbabili, tempistica senza logica, dialoghi che non convincono. “You're like a wind of shit in my life. I wish you would blow over." Charlie: "No Gabi, we're the pearl! The rest is oyster." Insostenibile. La predilezione di questo bravo professionista della pubblicità per Ie ampie inquadrature dall'alto di città notturne, la techno music, gli incubi consumati in toilette da incubo è roba da video commerciale. Nella migliore delle ipotesi si è ispirato a un film migliore di questo, sugli Americani lontani dal loro elemento: Enter the Void, dell' argentino Gaspar Noé. Il problema è che Bond non ha nemmeno un po' dello stile metafisico necessario a una storia come questa. Shia LaBeouf e Evan Rachel Wood sono ottimi professionisti. Mads Mikkelsen anche. Qui purtroppo hanno la maschera della parodia. Che occasione sprecata.