STAGIONE 1 DISPONIBILE SU NETFLIX

(2021) - 9 episodi

Ideatore - Hwang Dong-hyuk

Cast - Lee Jung-jae (Seong Gi-hun), Park Hae-soo (Cho Sang-woo), Wi Ha-joon (Hwang Jun-ho), Jung Ho-yeon (Kang Sae-byeok), Oh Yeong-su (Oh Il-nam).


Difficile trovare qualcuno in Italia che conoscesse Il Gioco del Calamaro o ci avesse mai giocato, prima dello Squid Game apparso improvvisamente tra le novità di Netflix. Impossibile non notare l'immagine scelta per presentarlo: una versione pop della Relatività di Escher capace di solleticare gli orfani della Casa di Carta e incuriosire con il riferimento al gioco. Quello del titolo, in primis, che prevede che ci si divida tra difensori e attaccanti di un perimetro fatto di triangoli, cerchi e quadrati e ci si scontri 'all'ultimo sangue'.

Una forzatura, certo, ma che ci introduce alla perfezione nello spettacolo messo in scena da Hwang Dong-hyuk che ha ampiamente spopolato tra gli spettatori della piattaforma di streaming. Intanto per la cura posta nella forma data a una allegoria sociale e politica che pur non rivelando nulla di originale o inaudito lo fa con una attenzione e una capacità di costruzione notevole, dalle coreografie narrative alle scenografie delle location scelte.

Ma anche per un sapiente sfruttamento dell'effetto nostalgia che tanti elementi legati all'infanzia riescono a scatenare in pubblici dalle tradizioni diverse. Come quello italiano (e non solo, ovviamente), facilmente 'agganciato' sin dal primo episodio per la familiarità con il gioco che apre la serie di sei che si sviluppa durante la serie: un “Un due tre, stella" al quale ci auguriamo nessuno di noi debba mai partecipare.

456 concorrenti selezionati per le loro enormi difficoltà economiche e trasportati in una località segreta per confrontarsi in prove ispirate a giochi per bambini, mirate a eliminare via via tutti i partecipanti. Al vincitore andranno 45,6 miliardi di on (l'equivalente di 33 milioni di euro), ammesso che sappia gestire le conseguenze delle scelte che dovrà fare nel corso della sfida. Che ovviamente non esaurisce i temi della vicenda, che lasciamo che scopriate da soli.

Squid Game
Squid Game
Squid Game
Squid Game

Facile trovare riferimenti a Hunger Games, anche se siamo più dalle parti di Battle Royale o del Would You Rather del 2012. Forse tra i motivi per cui Netflix ha scelto di finanziare un progetto che Hwang Dong-hyuk teneva nel cassetto dal 2008 e che nasceva da una storia personale e dalla riflessione sulla sperequazione e il classismo della società coreana.

Non saranno pochi oggi a mordersi le mani per non aver visto le potenzialità del prodotto, avvincente e riuscito, al netto di una conclusione dalla morale più prevedibile del twist stesso. Una serie che - ancor più di altre citate - ha saputo sfruttare la potenzialità di coinvolgimento insite in ogni gioco a premi, diventando immediatamente di culto. E invadendo l'immaginario collettivo. Con gigantesche e inquietanti bambole come quella apparsa di fronte al museo Macha Land di Jincheon, nei pressi di Seoul, o con challenge che imitano quelle viste sullo schermo. Su tutte quella relativa ai tradizionali Dalgona, biscotti al caramello divenuti virali sui social e che molti esercizi - persino un pop up shop apparso a Parigi per soli due giorni - hanno iniziato a offrire ai propri clienti.

La seconda stagione sarà d'obbligo, anche se ancora non è chiaro se seguirà qualcuno dei personaggi principali o se amplierà l'orizzonte. Per informazioni, inutile tentare di chiamare il numero di telefono visto in tv: un numero reale, contattato migliaia di volte ogni giorno, che ci auguriamo il proprietario abbia disabilitato.