Momento molto delicato e molto pericoloso, quando i genitori di lei la raggiungono per conoscere lui, lo sposo futuro. Saperla felice è tutto, per il papà infarcito dai solidi valori del Midwest, quelli che hanno portato Trump a vincere, e che l'ha sempre vista come la pupilla dei suoi occhi. Poi, quando si raggiunge la casa dove i due già convivono, anche il cuore si apre: magione da milionario in dollari, fatti a Silicon Valley, quella di Laird. Potrebbe essere il tipo giusto. Potrebbe. Ma è invece uno sfacciato e arrogante arricchito, sboccatissimo pure e sessuomane. Proprio lui?. Sembrerebbe di sì.

Se pure ha il volto simpatico e sornione di James Franco, che sorride sempre e troppo, indiavolato in questo ruolo comico calatogli a peso sulle spalle da John Hamburg, qui regista per una storia del tutto ovvia, molto meglio come sceneggiatore di Ti presento i miei, Mi presenti i tuoi?, Zoolander, …E alla fine arriva  Polly. Sempre, comunque, storie di incontri bizzarri e quasi impossibili come questa, dove alla fine tutto si ricompone nel dolce affetto di un parentado accogliente. Dentro quel villone ne succedono di tutte: Laird con innata buona fede non ha dubbi che Stephanie sarà sua, il fratellino di lei stravede per lui, lo vede come il genio del web e dei videogiochi, il papà strabuzza gli occhi, la mamma si gode l'inaspettata agiatezza. Tutti, piuttosto sbalestratati, arrancano tra battute e situazioni che raramente rasentano una comicità intelligente. Alla berlina è messo però tutto l'impianto sociale sul quale Laird ha costruito la sua fortuna, e la solidità tecnologica della sua vita e del suo benessere.

Eccessivo quasi sempre, il filmetto non può reggersi su un attore in svendita e una serie di contrasti generazionali e sociali più che mai abusati. Ottimo quando i veri Kiss arrivano per far felice mamma e papà. Subito dopo, il matrimonio sarà ovviamente celebrato e consumato.