Incredibile viaggio su infinite distese d'acqua, Profondo blu - documentario realizzato interamente con tecnologia digitale da Alastair Fothergill e Andy Byatt - accompagna gli sguardi nella vita marina di un pianeta, paradossalmente chiamato Terra, ricoperto d'acqua per il 70% della sua superficie. Duecento location sparse per il mondo - dalla Patagonia alle più basse barriere coralline, dalla costa antartica agli inospitali paesaggi notturni degli abissi più profondi - e cinque anni di riprese per questa indimenticabile esperienza audiovisiva: narrato di tanto in tanto da una voce off e musicato da George Fenton (già compositore per un centinaio di pellicole, tra le quali molte dirette da Ken Loach) per l'Orchestra Filarmonica di Berlino, Profondo blu  potrebbe rappresentare, in alcuni passaggi, la risposta liquida di 2001: Odissea nello Spazio. Gli esseri viventi che popolano i nostri oceani, dai più conosciuti - i delfini, gli squali, i leoni marini, gli orsi polari, le orche e le balene grigie - a quelli che per la prima volta riusciamo a vedere su uno schermo – i mostruosi "anglerfish"  e le più bizzarre creature luminescenti che abitano i mari a profondità finora mai raggiunte dall'uomo -, sembrano danzare in questi immensi spazi fluidi come facevano un tempo, accompagnate dal "Sul bel Danubio blu" di Strauss Jr., le astronavi dell'universo kubrickiano.
Un branco di meduse fluttua verso le correnti più calde, mentre migliaia di pinguini imperatore si difendono dal glaciale inverno antartico (meno 70°) stringendosi in un immobile abbraccio; un esercito di granchi soldato, coordinato e diligente, depone le uova sotto la sabbia, mentre un cucciolo di balena grigia diviene preda di una gigantesca orca. Profondo blu, senza proseguire oltre, è tutto questo: il resoconto filmato, poetico e reale di un mondo che, quasi sconosciuto e continuamente minacciato, avvolge la nostra esistenza.