Se un Dio del cinema esiste, la 23esima Settimana della Critica di Venezia ha già un vincitore: Pranzo di Ferragosto, scritto, diretto e interpretato da Gianni Di Gregorio. Collaboratore di Matteo Garrone - aiuto regista in Estate romana, L'imbalsamatore e Primo amore e cosceneggiatore di Gomorra - che ne ha prodotto questa opera prima, Gianni Di Gregorio prende a piene mani dalla sua biografia e si mette dietro e davanti la macchina da presa: figlio unico, vive con la madre vedova nonagenaria, in una casa del centro di Roma, che il giorno prima di Ferragosto viene popolata da altre tre arzille vecchiette: madre e zia dell'amministratore del condominio, che in cambio cancellerà le morosità di Gianni, e la mamma di un amico medico. Passerà 24 ore infernali, o forse no, con un epilogo che cambia carte - e portate - in tavola...
Interpretato da splendide signore non professioniste, colto nel suo farsi dalla fotografia di Gian Enrico Bianchi, ingentilito dalla musica di Ratchev & Carratello, Pranzo di Ferragosto è un gioiellino di 75', piccolo, libero e commovente, che svela immediatamente l'autentica bellezza della vecchiaia, senza pietismi e senza concessioni.
Un Pranzo da non saltare…