Totò Riina, chi era costui? A smitizzare Corleone, paese natale, clan e antropologia, del capo dei capi ci pensa il documentario omonimo, bipartito: Il potere e il sangue, di 80 minuti, e La caduta, di 70, diretto dal bulgaro naturalizzato francese Mosco Levi Boucault, prodotto da Arte France, in associazione con la nostra Donatella Palermo.

Ci voleva la giusta distanza, ci volevano i cugini d’Oltralpe per inquadrare al meglio la parabola criminale di Totò Riina, il tragediatore, sottesa dallo Shakepeare, Riccardo III, in esergo: “Hai fatto di questa infelice terra un inferno di lamentazioni”.

Nato, nelle parole del regista, “dalla discussione che ho avuto con un protagonista della lotta alla mafia, Giuseppe Cucchiara, a proposito del mitico Padrino di Francis Ford Coppola. Da lì la voglia di smontare il mito del nome Corleone…”, abbina all’archivio, potente ed esaustivo, illustri, e meno, talking heads, dal procuratore Giuseppe Ayala alla fotografa Letizia Battaglia, fino ai killer di Totò u curtu, quali Giovanni Brusca e Francesco Paolo Anzelmo.

Del capo dei capi seguiamo la brutale scalata ai vertici di Cosa Nostra: il primo omicidio lo commette a 19 anni, a 26 è affiliato, a 42 dopo tre guerre brutali diviene il capo dei capi. Dietro, una sica di sangue: Mario Francese, Michele Reina, Boris Giuliano, Piersanti Mattarella, Pio La Torre, Rocco Chinnici, Pippo Fava, Carlo Alberto dalla Chiesa, solo per citarne alcuni.

Voce narrante di Maya Sansa, Mosco Levi Boucault non solo ripercorre con dovizia di particolari e costante interesse l’asse storico, il tema diacronico dell’ascesa e caduta di Riina, ma cerca e trova un surplus di senso: come, perché ammazzava, per quale intenzione – “Era diabolico, non politico, un criminale puro”, dice Brusca – e in quale humus antropologico, fondale culturale, retaggio sociale.

Tragico, mai epico grazie a Dio, è il triangolo con Giovanni Falcone e il collaboratore di giustizia Tommaso Buscetta, che si appoggerà al magistrato per vendicare l’assassinio dei due figli, il fratello, il figlio del fratello e il marito della figlia da parte del rivale Riina, che in tribunale rifiuterà di dibattere con lui. Ne verrà il primo processo a Cosa Nostra, seguiranno le morti di Falcone e del collega Paolo Borsellino: l’ennesimo sangue versato dai servitori dello Stato, ma almeno stavolta non invano. Qualcosa cambia, anche per Riina.

Corleone è un documentario vibrante, civile, imprescindibile: che qualcuno ce lo porti in Italia.