E' possibile trasformare una commedia francese sugli stereotipi Sud-Nord in una commedia italiana sugli stereotipi Nord-Sud? Sì, e con successo. L'avventura in solitaria di Luca Miniero, per una volta senza Genovese, è migliore dell'originale d'Oltralpe, il campione d'incassi Giù al Nord di Dany Boon, qui in cammeo. Dalla sua, un cast quasi formidabile, almeno per alchimia e risate, che conferma l'istrionica duttilità di Claudio Bisio, l'assertività ironica di Angela Finocchiaro, la sensualità calma di Valentina Lodovini e il particolare - leggi regionale - talento di Alessandro Siani, ai suoi massimi. Ancora meglio i caratteristi di contorno, cui spetta un napoletano più napoletano del vero nella bella cornice di Castellabate, dove finisce confinato il direttore postino Bisio, reo di millantata disabilità in quel di Usmate. Riderete non poco, a patto di non dare al film il benvenuto nella realtà: stereotipi, enfasi dialettali, luoghi più che comuni sono così tirati, triti e perfino grotteschi da non conservare nulla della “diversità di latitudine” da cui muovono. In altre parole, Benvenuti non nelle intenzioni sociologiche ma negli esiti di commedia surreale: Nord versus Sud, nella penisola che non c'è.