Un anno da leoni culminato in un'estate da cani. Il 2010 di Enzo Ghinazzi, in arte Pupo, si può riassumere così.
"Con facile ironia", come riconosce per primo, lui che una volta Gianni Boncompagni aveva definito "la risposta italiana a Sting". Fatto sta che il suo momento d'oro - chiacchierato secondo posto a Sanremo e conduzione in coppia con l'inseparabile principe Filiberto de I raccomandati e di Ciak...si canta - continua: dal palcoscenico dell'Ariston alla Tv, da questa al cinema, e poco importa che la passerella su grande schermo avvenga nei panni di un enorme danese. L'artista toscano non si scompone: "Sono un uomo di spettacolo e faccio di tutto". Così eccolo prestare la voce a Sansone, il goffo eroe a quattro zampe nato nel '54 dalla matita di Brad Anderson e protagonista dell'omonimo film della Fox che uscirà il 13 agosto in 250 sale italiane. Un vero e proprio tripudio di razze canine (e parlanti) da far ammattire gli appassionati della specie e un classico film per famiglie che si fonda su un presupposto alla Esopo (gli animali come specchio di vizi e virtù umane), procede per accumulo di gag, termina nella più generica e condivisibile delle morali: "Saper ascoltare le persone che amiamo", come chiosa Pupo da Lipari, cornice meravigliosa scelta dalla Fox per presentare alla stampa questo e gli altri film del suo listino.
E' la seconda volta che il cantante e conduttore doppia un animale (nell'originale la voce del cane protagonista è di Owen Wilson: "L'ho trovata piatta", sosterrà a tal proposito Pupo). Quattro anni fa le sue corde vocali erano state gentilmente offerte allo scoiattolino Hammy nella Gang del bosco: "Ma quello era un personaggio secondario, peraltro doppiato in maniera contraffatta. Qui avevo tantissime battute e ho dovuto usare la mia voce al naturale. E' stato più difficile". Non meno controverso il suo rapporto coi cani: "Avevo Flick, uno yorkshire, specie a mia dimensione. Ho dovuto darlo via perchè i bambini avevano problemi di allergia. Non sono mai stato comunque un appassionato di cani. Ma verso di loro ho sempre nutrito grande rispetto". L'amico più fedele resta però Emanuele Filiberto, principe di Savoia: "Se torna la monarchia mi ha promesso un ministero", scherza. E aggiunge: "Con lui mi diverto tanto, ma abbiamo deciso di separarci mediaticamente per un paio d'anni". Giusto il tempo che rimane alla scadenza del contratto con la Rai. In cui Pupo sarà impegnato su più fronti: in autunno in radio (RadioRai1) con un programma tutto suo, Attenti a Pupo. Da gennaio in una nuova serie - 8 puntate- de I raccomandati, "più ricca e appetibile", promette lui. In prospettiva con un nuovo gamer-format, Divided, "un programma molto interessante che gioca sulle caratteristiche e la generosità di 3 concorrenti che devono decidere come dividersi il montepremi". Quest'estate, invece, si canta: "Sanremo mi ha messo voglia di andare nuovamente in turné. Faro una decina di concerti sparsi per la penisola". E il cinema? "Non so - risponde - non mi sento pronto per fare l'attore. Una volta mi è arrivata a casa la sceneggiatura di due ragazzi intitolata Nemmeno una nuvola, una specie di biopic sulla mia vita che ricalcava la docufiction "Il funambolo". Volevano che interpretassi me stesso, ma io rifiutai e il progetto non decollò per mancanza di finanziamenti". Ma la cosa che non farebbe mai è un'altra: "Non parteciperei a un reality. Li trovo squallidi". Quanto a condurli è un'altra storia. L'anno che gli hanno offerto il timone de La fattoria non si è tirato indietro. Un uomo di spettacolo deve essere pronto a tutto. Persino a campare.