“Vogliamo fare arrivare l’opera a tutti”. Con questo proposito Damiano Michieletto ha deciso di far trasmettere in televisione il suo Rigoletto al Circo Massimo, la famosa opera di Giuseppe Verdi di cui ha curato la regia.

Quella di domani, 30 dicembre, sarà dunque una serata totalmente dedicata all’opera lirica e al capolavoro verdiano, perché non solo alle 21,20 su Rai 3 andrà in onda il film opera di Michieletto, ma in seconda serata sarà anche trasmesso il documentario di Enrico ParentiRigoletto 2020. Nascita di uno spettacolo, che ne svela la genesi.

Entrambi presentati alla scorsa Festa del Cinema di Roma e prodotti da Indigo Film in collaborazione con il Teatro dell’Opera di Roma e con Rai Cinema. Il primo mette in scena l’anima noir di Giuseppe Verdi.

“Il Rigoletto ha già le caratteristiche del genere noir- racconta Michieletto-. È una storia dove il protagonista cerca di salvare e salvarsi, ma in realtà diventa quello che si distrugge e si autodistrugge. Una storia in cui ci sono prostitute, serial killer, ricchezza esibita ed alta società, e tanti altri ingredienti tipici del noir, tra cui l’ambientazione che è sempre un po’ notturna. Tutta la storia di Rigoletto si svolge di notte, il terzo atto è tutta una lunga notte in cui lui pensa di uccidere qualcuno e scopre che chi è morta è sua figlia”.

Allestito nel 2020 nella maestosa cornice del Circo Massimo, il Rigoletto di Michieletto è stato il primo spettacolo dal vivo ad essere messo in scena dopo i lunghi mesi di chiusura legati alla pandemia. Per cui il regista si è dovuto confrontare con le limitazioni imposte dal virus, prima tra tutte la necessità di rispettare il distanziamento sul palcoscenico.

“Siamo stati i primi ad allestire uno spettacolo con le restrizioni del Covid e abbiamo dovuto capire quali erano le regole del gioco. Tutti i personaggi si dovevano passare gli oggetti evitando un problema sanitario, abbiamo fatto le prove sempre con la mascherina e tutte quelle cose che poi sono diventate un po’ normali. Avevamo a disposizione tutto il Circo Massimo, quindi un palcoscenico molto grande, ben 1500 mq, e questo ci ha permesso di mantenere le distanze. Per questo motivo il pubblico non si è neanche reso conto che stavamo rispettando il distanziamento sanitario e altre regole”.

E sull’attuale situazione dei teatri, dei cinema e degli spettacoli in genere, dice: “Ora in Italia c’è una situazione ottima rispetto ad altri paesi europei perché il pubblico può andare al cinema o al teatro senza limitazione. Se tutti continuiamo a rispettare le regole sanitarie, portare la mascherina e vaccinarci, possiamo andare avanti serenamente senza subire altri limiti e al tempo stesso rispettando la salute di tutti. L’atteggiamento di responsabilità ci permette di rispettare il diritto alla salute e al tempo stesso andare al cinema, al teatro e ai concerti senza problemi”.

Intanto comunque potremo vedere il suo film opera in televisione, seguito dal bel doc di Enrico Parenti che svela le difficoltà dello spettacolo dovute ai limiti imposti dal protocollo anti-Covid, e sottolinea la passione che Daniele Gatti infonde all’orchestra, l’importanza di una delle opere più amate al mondo e l’euforia di un intero settore, quello dello spettacolo dal vivo, che per la prima volta dopo tre mesi di paralisi torna finalmente a vivere.

Mandare l’opera in televisione è anche un tentativo di farla arrivare ai più giovani? “Il pubblico televisivo è ovviamente più vasto e generico. Cerco di tenere a mente che l’opera è un genere popolare, semplice e immediato, e di creare un meccanismo narrativo coinvolgente e emozionante. Spero che il pubblico più giovane, che non conosce l’opera e magari non è appassionato, possa trovare una storia emozionante con una bella musica e possa apprezzarla”, conclude Michieletto, attualmente impegnato a Berlino con lo spettacolo Orfeo ed Euridice che debutterà a fine gennaio e poi al teatro La Fenice di Venezia con un’opera nuova che si chiama Le Baruffe con Giorgio Battistelli.