La Rivista del Cinematografo ha preparato per il numero di settembre (dal 27 agosto in edicola) uno speciale sull'Europa - identità, storia, cultura, valori, criticità e prospettive - vista attraverso il cinema europeo. Tra le altre cose, abbiamo chiesto ad alcuni dei registi più rappresentativi (da Ken Loach ai Dardenne) quale sia, a loro insindacabile giudizio, il film più rappresentativo dell'Europa e perché. Ecco un estratto di che cosa ci hanno scritto alcuni di loro:

Ermanno Olmi
“Il film europeo che meglio incarna l'Unione ideale? Ci ho pensato, ma non ho una vera e propria idea del film che meglio la rappresenta… In questi anni non ho avuto occasione di vedere molti nuovi titoli, soprattutto europei, purtroppo... Ma posso dirvi qual è il film che secondo me è esattamente l'opposto, ovvero come non dovrebbe essere l'Unione Europea: 40 Mq di Germania (1986) di Tevfik Baser, quando “immigrazione” diventa in un paese straniero solo trasferta di lavoro, mentre dovrebbe aprirsi al mondo nuovo in cui si va a vivere.

Ken Loach
Ci sarebbero tantissimi film capaci di rappresentare la cultura europea e la sua storia, troppi per poterne scegliere uno solo. Però ce n'è uno in particolare che ci ricorda il passato imperialista dell'Europa: è La battaglia di Algeri di Gillo Pontecorvo.

I fratelli Dardenne
"Shoah di Claude Lanzmann perché è la memoria vivente della più grave atrocità commessa dagli europei nel ventesimo secolo. E' insieme un film bellissimo, indimenticabile e un autentico gesto di fraternità.

Alice Rohrwacher
“Il mio film europeo? Il ragazzo selvaggio (1969) di François Truffaut. Perché stare insieme è sempre un filo in tensione tra bisogni e paure, una contraddizione imprescindibile tra cosa lasciare e cosa tenere”.