"L'essere 'ruspante' ha segnato la mia carriera, soprattutto quando facevo film didattici, 'cultureli': d'altronde ho iniziato come bidello, ho finito facendo il preside". E' un Lino Banfi che non dimentica le sue origini, i suoi film sboccati e scollacciati oggi divenuti fenomeno di culto, quello tornato a vestire i panni del mitico Oronzo Canà, coach della Longobarda che ventiquattro anni dopo ritroviamo ne L'allenatore nel pallone 2, ancora una volta diretto da Sergio Martino e in uscita l'11 gennaio per Medusa in oltre 600 copie. "Nel 1984 - dice il regista - facemmo L'allenatore nel pallone cercando di far ridere il pubblico provando a riavvicinare la gente verso il lato nobile del calcio, in quel periodo sconquassato dallo scandalo delle scommesse. Oggi, come allora dopo che l'Italia ha vinto i Mondiali, torniamo a raccontare una storia cercando di mantenere saldo il legame con la stretta attualità calcistica ma non dimenticando la figura centrale di Oronzo Canà, allenatore che all'epoca si ispirava ad Oronzo Pugliese, personaggio che oggi si può ritrovare in Carletto Mazzone, uno che non si è mai preoccupato di dire le cose per quello che sono". E proprio come allora, anche stavolta sono molti i calciatori (tra i quali Totti, Del Piero, Toni, Buffon, De Rossi e vecchie glorie come Antognoni, Graziani, Pruzzo), gli allenatori e i giornalisti sportivi che si sono prestati - ovviamente nei panni di loro stessi - ad affiancare Lino Banfi/Canà per il ritorno in panchina, alla guida della Longobarda miracolosamente ripescata e tornata in serie A: "Sergio Martino e i produttori, soprattutto Luciano Martino, erano anni che mi chiedevano di tornare al cinema per interpretare di nuovo Canà - racconta Banfi - ma io non ero convinto, non mi sono mai piaciuti i remake o i sequel. Poi ho cominciato a capire che avremmo esaudito il desiderio di tanta gente, a cominciare da tutti quei ragazzi delle nuove generazioni che conoscono il film a memoria ma che all'epoca, forse, nemmeno erano nati". Calciopoli, curve violente, chi più ne ha più ne metta, di sicuro il mondo del calcio non è più lo stesso di venti anni fa: "E proprio per questo - continua Banfi - soprattutto per le tante, troppe cose successe nel calcio, era ora che tornasse un personaggio come Canà, icona quasi nostalgica di un mondo che per certi versi non esiste più. In tal senso ho anche proposto uno spot alla Lega Calcio, a Matarrese, dove Oronzo Canà si rivolgerà a tutti i tifosi per tranquillizzare gli animi di molti". Insieme all'attore pugliese, i fan del primo allenatore nel pallone ritroveranno sullo schermo (quasi) tutti i protagonisti di allora: la moglie di Canà (Giuliana Calandra), la figlia Michelina (Stefania Spugnini), il traffichino Bergonzoni (Andrea Roncato), il vecchio presidente Borlotti (Camillo Milli) e il mitico Aristoteles (Urs Althaus) ma anche nuovi personaggi come Gioia Desideri, avvenente giornalista in cerca di scoop interpretata da Anna Falchi: "Finalmente passo da vittima a carnefice - dice scherzando l'attrice - dopo che per un lungo periodo sono stata oggetto dell'attenzione morbosa dei media. Lavorare con Lino Banfi è stata una vera scoperta e il mio personaggio punta più sull'autoironia che sulla sensualità". Il campionato della Longobarda ricomincia dunque il prossimo venerdì sugli schermi di tutta Italia: ce la farà Canà a rimanere in serie A? Quello che è certo è che bisognerà aspettare anche questa volta l'ultima giornata, dove nello scontro spareggio ci sarà niente meno che la Marchigiana... E il rimando a Mezzo destro mezzo sinistro - 2 calciatori senza pallone, che proprio Sergio Martino diresse nel 1985, è servito.