"Quando si è giovani è tutto più bello. Si ha la vita davanti, si ha voglia di fare nuove amicizie, di conquistare le ragazze. I miei ricordi più belli sono sicuramente legati alla mia gioventù. Tanti, tanti bei ricordi...". Alla soglia dei 90 (ne compie 89 il prossimo 23 dicembre) Dino Risi ripercorre con noi le tappe più belle della sua carriera. In oltre 45 anni passati dietro la macchina da presa, ha firmato alcune delle più belle pagine del cinema italiano: Il sorpasso, Poveri ma belli, Il mattatore, Una vita difficile, I mostri, Profumo di donna sono solo alcuni dei titoli più significativi di una filmografia che ne conta ottanta. Ma da dieci anni ha smesso di lavorare. "Rimpianti non ne ho - ci dice -. Io guardo sempre avanti e sono un tipo al quale non piace piangersi addosso. Diciamo che non ho rimpianti per quello che non ho fatto, ma per qualcosa che ho sbagliato a fare e che poteva venire  meglio".

Quando è nato il suo amore per il cinema?
E' nato per caso. Ero al liceo e tra i miei compagni di scuola c'era Lattuada. Un giorno lo incontro e mi racconta che sta facendo l'aiuto di Soldati e che cerca un assistente. Ho iniziato così. Quando ho dovuto decidere cosa fare da grande, tra essere uno psichiatra o un regista, ho scelto il manicomio più allegro e pieno di ragazze. Fare cinema è il lavoro più bello del mondo. Nel dopoguerra nasceva con noi ed era un piacere straordinario. Poi è arrivata la televisione e niente è stato più come prima. 

Cosa è cambiato nel cinema di oggi rispetto ad allora?
Il cinema non cambia mai, siamo noi ad essere diversi. C'è stato un momento in cui ridere al cinema era una cosa di cui vergognarsi, ma dopo una stagione di digiuno finalmente è tornata nel pubblico la voglia di divertirsi. Non è un caso che due commedie italiane come Natale a Miami e il film di Leonardo Pieraccioni abbiano battuto un kolossal come King Kong. In Italia ci sono bravi attori e bravi registi come Pupi Avati e Michele Placido dei quali mi sono piaciuti molto gli ultimi film, La seconda notte di nozze e Romanzo criminale. Questo dimostra che abbiamo ancora la stoffa per fare bene le cose.

Tra i film che ha diretto ce n'è uno al quale è particolarmente affezionato?
Quelli che non hanno avuto molta fortuna, come Il giovedì un film del '63 con Walter Chiari

E se un giorno decidesse di tornare a lavorare che film le piacerebbe dirigere?
Sarà difficile che accada. Avevo in cantiere un film su Miss Italia che non si è mai fatto. Mi piacerebbe raccontare della bellezza e di come viene percepita oggi in televisione.