"L'originalità del film sta nel dichiarare apertamente la sua estraneità alle consuetudini culturali correnti”. Così Salvatore Nocita ha presentato ieri sera il suo La strada di Paolo, proiettato al Palazzo delle Esposizioni nell'ambito di Risonanze - Festival di Roma. Poco prima della proiezione hanno preso la parola Nicola Salvi ed Elisabetta Sola di Officine della Comunicazione, casa di produzione della pellicola.
Nato da un'idea di Salvatore Nocita e Giuliano Corti, il film è stato girato quasi interamente in Terra Santa ed “è la prima produzione italiana che si è spinta fin là”. Mons. Franco Perazzolo lo considera “un film che non vuole dare risposte, ma interrogare la gente” e di gente Paolo, l'autotrasportatore protagonista, ne incontra molta nella sua personale “strada verso Damasco”.
La destinazione però è Gerusalemme, con i suoi vicoli, lotte e muri: elementi che fisicamente e spiritualmente cambiano gli orizzonti di Paolo, interpretato da Marcello Mazzarella.
Dario E. Viganò, Presidente FEdS, lo interpeta come una pellicola che “recupera uno dei tòpoi del cinema, il viaggio, per dare spazio all'analisi di due profili umani, il viandante senza meta e il pellegrino”. Due facce della stessa medaglia ovvero dello stesso uomo, “il camionista troppo spesso mal considerato, non è estraneo alla riflessione e alla spiritualità” spiega Fabrizio Palenzona, Presidente di FAI Service “quando vediamo questi mostri (i camion) non pensiamo mai a chi si nasconde dentro”.
Il Card. Ravasi, Presidente del Pontificio Consiglio della Cultura, non era presente ma in una lettera di saluto scrive: “Qualunque sia la motivazione che ci spinge a partire, la ricompensa è sempre alta, un nuovo angolo di mondo, realtà sconosciute e culture diverse”.