Vent'anni di storia del cinema mondiale in Italia raccontati attraverso le immagini di archivio di Cinecittà Luce. E' Hollywood sul Tevere, film scritto e diretto dal giornalista Marco Spagnoli (collaboratore della Rivista del Cinematografo), in concorso a Venezia, sezione Controcampo Italiano. "Terrorizzato", si dice Spagnoli dopo il salto da una parte all'altra del cinema, dalla critica alla regia. "E' stato un lavoro molto lungo, che potrebbe essere titolato, parafrasando il film della Nicchiarelli (Cosmonauta, NdR), Astronauta: ovvero il mestiere che sognavo da bambino e il senso stesso di questa operazione, un film sulle stelle. Di Hollywood". Un'operazione che sarebbe stata impossibile senza l'esistenza dell'immenso archivio Luce che Spagnoli ha spulciato per mesi: "Come Zio Paperone che fa il bagno tra le monete del suo deposito, mi sono tuffato in un mare magnum fatto di cinegiornali e fotografie al punto da arrivare quasi a commuovermi per il loro fascino e la loro bellezza. Mi è successo ad esempio rivedendo Ella Fitzgerald". "Una miniera ancora tutta da scoprire", conferma Luciano Sovena, amministratore delegato di Cinecittà Luce, che insieme a Studio Universal ha prodotto il film che, annuncia, "i tanti Hollywood sul Tevere che si potrebbero ancora fare". Montato da Patrizia Penzo, il film è stato musicato da Pivio & Aldo De Scalzi, "due degli eroi del mio Pantheon musicale - confessa Spagnoli - in un film dove la musica serve a restituire freschezza e modernità a un'epoca: non volevo fare un'operazione nostalgico, ma raccontare un'era dell'industria dello spettacolo che potrebbe ripetersi nel nostro Paese". Il film uscirà direttamente in home video a dicembre, e andrà in onda su Studio Universal, il canale di cinema classico americano distribuito all'interno dell'offerta Premium Gallery di Mediaset sul Digitale Terrestre. "Da non perdere il DVD - invita il regista - poerché troverete degli "Extra" succulenti, come quello chiamato Welcome to Italy, ovvero una versione inacidita di Hollywood sul Tevere, e una serie di ottime ragioni per non tornare in Italia".