Ogni appassionato di cinema ha una storia personale da raccontare su come ha scoperto il mondo di celluloide, ognuno ha un primo film che ricorda di aver visto, oppure potrebbe dire quale pellicola ha segnando la sua vita. Vi piacerebbe sapere che Martin Scorsese rimase folgorato a cinque anni dalla visione da Duello al sole, un mediocre western di King Vidor e contemporaneamente avere a portata di lettore dvd le immagini di quel film commentate a viva voce dal regista? La casa editrice Minimum fax e la Bim Distribuzione hanno unito le forze per soddisfarvi, lanciando nelle librerie un cofanetto (libro + dvd) dal titolo Il cinema secondo me (Minimum fax, Euro 24,90). Non c'è niente di inedito e i veri cinéphiles avranno già acquistato separatamente il libro e il dvd, ma l'operazione è ghiotta per chi se li fosse lasciati sfuggire. Si tratta della riedizione degli scritti sul cinema di Martin Scorsese, Il bello del mio mestiere, raccolti dai Cahiers du Cinéma per celebrare il numero 500 della celebre rivista francese, e del dvd di Viaggio nel cinema americano, 220 minuti di documentario in cui il regista italoamericano costruisce un suo personale percorso all'interno della storia del cinema statunitense, rendendo omaggio alle pietre miliari ma anche agli sconosciuti B-movie che hanno segnato il suo apprendistato registico e soprattutto hanno acceso nel piccolo "Marty" la fiamma di passione che lo ha portato a diventare uno dei più grandi registi contemporanei. Sono interventi e interviste intime e personali in cui Scorsese si mette generosamente a nudo, non solo analizzando i film che ha girato e quelli a cui si è ispirato, rivelando, con encomiabile modestia, come ogni grande regista, in fondo, non possa fare a meno di copiare dai maestri che lo hanno preceduto. Ma il cineasta-cinefilo parla anche della sua famiglia, della sua amicizia con "Bob" De Niro, di come la loro collaborazione artistica sia spesso andata al di là del rapporto attore-regista, dei suoi errori e delle crisi creative, del suo sprofondare e poi riemergere dall'inferno della tossicodipendenza e soprattutto della difficoltà di capire ogni volta che film vuole realmente fare. Insomma, un prezioso "oggetto" di studio per gli aspiranti registi, ma soprattutto uno strumento di piacere irrinunciabile per i cinefili.