Il confronto tra un agente della Cia e un terrorista della Jihad per riflettere sulla sconfitta delle ideologie. E' il nuovo film annunciato a Taormina dal vulcanico Paul Schrader. Al festival siciliano, dove riceverà l'Arte Award 2008, lo storico sceneggiatore di film come Toro scatenato, Taxi Driver e L'ultima tentazione di Cristo, ha incontrato gli studenti, parlato del suo lavoro e spiegato la genesi del progetto che sta ora scrivendo: "Il tema principale è la perdita delle ideologie - dice -, ma volevo affrontarlo senza parlare direttamente di religione. Per questo ho pensato al personaggio di un agente della Cia in crisi, che è in procinto di andare in pensione. Un tipo con gravi problemi psicologici e che quando scopre che non gli rimane molto da vivere, torna sulle tracce del suo stesso passato. E' così che si mette in cerca di un esponente della jihad, che lo aveva torturato da giovane, e finisce per incontrarlo a Beirut. Proprio in occasione di questo nuovo incontro, i due scoprono però di essere profondamente cambiati e di aver abdicato entrambi alle proprie ideologie". Alla Berlinale nel 2007 col drammatico The Walker, Schrader ha iniziato da pochissimo a lavorare al progetto: "Pensavo che fosse il momento di fare un film sulla vecchiaia - racconta il 62enne regista di Mishima e American Gigolo -. Con le ricerche ho iniziato da pochissimo, ma soltanto la scorsa settimana ho scritto 50 pagine. E' stato tutto così fluido e spontaneo, che le scene sembravano legarsi fra loro spontaneamente". Vero e prorio fiume in piena, Schrader parla poi anche del prossimo Adam Resurrected, in autunno nelle sale americane: "Il film è ispirato a un romanzo dell'israeliano Yoram Kaniuk. Un'opera letteraria molto intensa, di cui devi leggere ogni pagina almeno due volte. Ha la complessità di linguaggio di Marquez, Faulkner, Joyce. Il libro è meraviglioso e complicatissimo, soprattutto da portare al cinema. Per ridurlo in un film di due ore ho purtroppo dovuto semplificarlo molto. L'immagine a cui affida per sintetizzare la trama è l'incontro fra "un uomo che una volta era un cane e un cane che una volta era un ragazzino": "La storia - spiega si svolge in un istituto psichiatrico del Negel, in Israele, dove è rinchiuso un uomo che durante il nazismo faceva l'intrattenitore per i nazisti. Uno che è riuscito a scampare all'Olocausto, grazie alle sue doti comiche e facendo il cane del comandante. Anni dopo, in questo manicomio, sente improvvisamente l'odore di un cane e comincia a chiedersi da dove provenga. Seguendolo arriva negli scantinati, dove lo trova incatenato. Ma non è un cane, è un ragazzo di 12 anni che si crede cane. I due si annusano e si riconoscono subito". Il bizzarro e intenso rapporto fra i due diventa così occasione per affrontare temi come l'Olocausto, l'umiliazione, l'amicizia. Su tutti prevale però il senso di colpa del protagonista, interpretato da Jeff Goldblum: "Quando ho letto la sceneggiatura per la prima volta - racconta ancora Schrader -, non lo conoscevo ancora. Arrivato all'ultima pagina ho però subito detto al produttore: 'C'è un solo attore nato per questo ruolo: lui'. Visto il suo cachet, questa scelta ha complicato molto la realizzazione del film. Ero però talmente convinto che fosse la persona giusta, che mi sono ridotto la paga, abbiamo rivisto il budget, lui stesso alla fine ha lavorato gratis". Accando a lui, nei panni del comandante nazista che lo assolda da giovane, anche Willem Dafoe: "Un personaggio chiave nella storia, perché è determinante nella maturazione del personaggio. Nel magma degli argomenti che affronta, alla fine a prevalere è il senso di colpa del sopravvissuto. Il dolore che si porta appresso, per esser scampato ai campi di concentramento, vendendosi ai carnefici che hanno eliminato la sua famiglia".