Com'è stato rappresentato il prete al cinema? Com'è cambiata la sua immagine negli anni, da autore ad autore, attraverso pellicole e sensibilità differenti? Un percorso in grado di illustrare e ripercorrere i cambiamenti e le evoluzioni della figura del sacerdote sul grande schermo è “Preti al cinema. I sacerdoti e l'immaginario cinematografico”, una mostra fotografica che verrà inaugurata il 3 giugno presso la Pontificia Università Lateranense.
Ideata in occasione dell'Anno Sacerdotale indetto da Sua Santità Benedetto XVI, l'iniziativa, curata dalla Fondazione Ente dello Spettacolo in collaborazione con il Centro Sperimentale di Cinematografia, si compone di circa un centinaio di fotografie (selezionate dalla Fondazione e concesse eccezionalmente dalla Fototeca del Centro Sperimentale) che ritraggono i protagonisti sul set e nei momenti di riposo. Attraverso una variopinta galleria di personaggi – dal Don Bosco portato sullo schermo da Giampaolo Rosmino nel capolavoro di Goffredo Alessandrini del 1935, al Don Camillo a cui Fernandel ha prestato il proprio volto, fino al disilluso don Giulio di La messa è finita (1985) di Nanni Moretti e al modernissimo padre Carlo di Io, loro e Lara (2010) di Carlo Verdone – la mostra vuole stabilire un contatto tra gli spettatori e la religione, cercando di interpretare il succedersi delle stagioni culturali, politiche e religiose che hanno attraversato non solo il nostro Paese, ma il mondo intero.