Diventerà un film diretto da Gabriele Salvatores il nuovo romanzo di Luca Di Fulvio, La scala di Dioniso, presentato ieri sera al ristorante La Barchetta di Roma, dallo scrittore e dal produttore cinematografico ed editore della Colorado Noir Maurizio Totti. Per il regista di Io non ho paura e Quo vadis, Baby? si è trattato di un colpo di fulmine: si è innamorato della vicenda prima ancora che approdasse sulla carta tanto da averne preaquistato i diritti. "E' una storia che ci ha travolto e avvinto fin da subito" ha spiegato Totti. Si tratta del quarto romanzo pubblicato dalla Colorado Noir, ma arriverà nelle librerie distribuito alla Mondadori. "Finora ci siamo occupati di giovani autori - continua il produttore - questa volta abbiamo a che fare con uno scrittore affermato, ritenevamo fosse giusto garantirgli un sostegno adeguato e un editore con maggiore forza". Autore anche de L'impagliatore, dal quale Eros Puglielli ha tratto Occhi di cristallo, e Dover Beach di cui è in preparazione la versione cinematografica, Di Fulvio ha scelto, per la prima volta, di ambientare il suo thriller nel passato. E' il 31 dicembre 1899. Una strage efferata, la prima di una lunga catena di delitti, si consuma alla Mignatta, distretto suburbano che ospita ladri e miserabili, ma anche i ricchi azionisti ostili alle nascenti idee socialiste che si diffondono tra gli operai del vicino zuccherificio. E' proprio contro le mogli di questi ultimi che si accanisce l'assassino. Ad indagare sulla misteriosa serie di omicidi è un giovane ispettore eroinomane, Milton Germinal. Per il cast Salvatores "ha fatto i nomi di Gary Oldman, Anthony Hopkins e Edward Norton" spiega lo scrittore, che parla dell'influenza del cinema sulla sua opera, da Blade Runner a Elephant Man, Metropolis e Nirvana dello stesso Salvatores: "Il libro è ambientato in un passato che sembra un po' futuro, ma prova ad essere qualcosa in più di un semplice thriller. M'interessava l'inizio del '900 che coincide con la nascita della psicologia, l'avvento delle macchine e delle prime istanze sociali, in fondo il mio serial killer non è che una maschera come Fantozzi, Frankenstein o Dracula per parlare del buono o del peggio che c'è in noi". Il film non sarà tuttavia sceneggiato da Di Fulvio, "con Gabriele ci siamo intesi subito, ma è giusto che abbia una sua autonomia".