Settimana Rosso Malpelo per la solidarietà. Nell'ambito della Giornata Mondiale per i diritti dell'Infanzia e dell'Adolescenza (20 novembre), Rosso Malpelo di Pasquale Scimeca sarà proiettato gratuitamente (dal 19 al 25 novembre) nelle scuole medie e inferiori di 15 città italiane, per iniziativa del Ministero della Solidarietà Sociale. "Un progetto - dice il ministro Paolo Ferrero - con una duplice valenza: l'utilità, perché non si tratta solo di parole e immagini, ma di un aiuto concreto che gli studenti possono dare; la denuncia di una realtà che fa paura, e che riguarda anche il nostro Paese: lo sfruttamento del lavoro minorile". Secondo i dati Unicef oggi nel mondo vi sono 218 milioni di baby-lavoratori, tra questi oltre un milione è impiegato nelle miniere. Contro questa forma intollerabile di sfruttamento minorile, il regista Pasquale Scimeca ha promosso il progetto Rosso Malpelo, ovvero "Liberiamo dalla schiavitù del lavoro i bambini del mondo", che, tra gli altri, ha incassato l'appoggio di CGIL, Libera, l'Assessorato all'Infanzia del Comune di Roma e il CGS.
Rosso Malpelo è già stato proiettato in oltre 170 scuole italiane: "Abbiamo voluto unire l'arte e la bellezza all'utilità sociale, attraverso la trasposizione della novella di Giovanni Verga", dice Scimeca. 
Il film è stato girato in Sicilia, in quei luoghi dove c'era il più grande bacino minerario per l'estrazione dello zolfo d'Europa e oggi il Parco Minerario di Floristella-Grottacalda. "Ci è venuto naturale superare la dimensione verista per una lettura tragica di Rosso Malpelo, interpretato dall'esordiente Antonio Ciurca, un bastian contrario anche nella vita. Verga è uno degli scrittori più grandi di sempre, da lui è nato il neorealismo cinematografico, con titoli quali La terra trema, a cui idealmente mi rifaccio". "E' un film di rottura - prosegue il regista di Placido Rizzotto -, sia estetica che etica: fedele allo spirito verista, rompe l'omologazione a cui è asservito il nostro cinema attuale, per ritornare alle origini: non solo arte, ma uno strumento concreto per raccontare e cambiare la realtà, sulla scia dell'esperienza neorealista e del cinema novo brasiliano".
Finanziato per un terzo con fondi della Comunità Europea (POR Sicilia)  e per gli altri due terzi dai soci della Arbash (società di Scimeca) e dai lavoratori, tecnici e attori che hanno deciso di prestare la loro opera al minimo sindacale, Rosso Malpelo devolverà l'intero incasso, escluse le spese per l'affitto delle sale cinematografiche e i diritti SIAE, per aiutare i bambini impiegati nelle miniere di Potosi in Bolivia, uno dei Paesi più poveri al mondo. "La politica oggi - dice Ferrero - non ha grande credibilità: la ripresa di senso deve avvenire attraverso il sostegno a quanto di buono si realizza nella società civile, come questa iniziativa". 
Incentrato sulle cittadine di Atocha e Cotagaita, il progetto è finalizzato a portare i bambini a scuola e garantirgli un pasto al giorno. In programma anche il potenziamento delle attività di trasformazione agro-alimentare gestite dalle associazioni contadine e il sostegno dell'attività scolastica attraverso l'acquisto di materiale didattico. Non solo, il progetto sosterrà anche l'imprenditoria femminile - le madri dei bambini - e la tutela della salute pubblica. Subordinato all'impegno delle autorità locali a non utilizzare i bambini nel lavoro in miniera, il progetto avrà una durata di tre anni per un costo previsto di 500.000 euro.
"Prima che di politica, l'Italia ha bisogno di etica - conclude Scimeca - che oggi manca, sia in alto che in basso". E rincara la dose: "La situazione del nostro cinema è sconfortante: si fanno solo commedie e commediole, e anche nei giovani autori l'omologazione e l'autocensura si fanno più pervasive. D'altronde, l'ex dirigente di RaiCinema (Giancarlo Leone, NdR) all'inizio del suo mandato era stato chiaro: "Faremo solo commedie e film americani", come se il cinema d'autore fosse puro contorcimento. Con queste politiche, oggi siamo ritornati al periodo fascista: film di propaganda ed evasione".