“Racconto due interiorità che si incontrano”. Parola del regista Valerio Mieli alla presentazione del suo film Ricordi? interpretato da Luca Marinelli e Linda Caridi e in uscita nelle sale il 21 marzo distribuito da Bim. Sono passati esattamente Dieci inverni come il titolo del suo giovane esordio al cinema (David di Donatello per la migliore opera prima) e nuovamente Mieli sceglie di portare sul grande schermo una storia d’amore: “Chissà perché non sono un appassionato di questo genere di film eppure li faccio. La storia di Dieci inverni però in un certo senso è l’opposto di questa: lì c’erano due persone - Isabella Ragonese e Michele Riondino- che evolvevano indipendentemente l’uno dall’altro, e ogni anno provavano a vedere se stavano bene insieme. Era il flusso della vita che li levigava fino alla fine che capivano che si incastravano. Ma era un percorso che facevano in modo autonomo e infatti tutto veniva raccontato da un punto di vista totalmente oggettivo, cioè dal di fuori. Qui invece sono due persone che si incontrano e si influenzano e diventano quello che sono. Tutto è sempre visto solamente dal punto di vista soggettivo. E’ un po’ quello che succede nella nostra vita: non possiamo uscire e decidere di vedere il mondo esterno come è davvero e non secondo il nostro modo di vedere. Al massimo possiamo cercare di immaginare come lo vedono gli altri”.

Tanti i ricordi quindi, più o meno falsati, di lei e di lui, dei loro stati d’animo e delle loro emozioni nel corso di questa lunga storia d’amore fatta, come spesso succede, di “poesia che può però diventare pappa”.

“Mi piaceva capire come gli spazi mentali di due persone si influenzano a vicenda- prosegue il regista- Non volevo raccontare i fatti come accadono, ma come li hanno vissuti l’uno e l’altro. Due mondi mentali, due interiorità, con i propri ricordi e i propri pensieri che si incontrano e si condizionano. Nelle storie d’amore le nostre emozioni e i nostri mondi privati si mischiano un po’ come quando metti in lavatrice una cosa blu e una cosa arancione, l’uno scolora sull’altro.

Alla fine infatti il personaggio di Linda diventa più tormentato, mentre quello di Luca più leggero”.

Non semplice per i due protagonisti interpretare una giovane coppia nell’arco temporale di diversi anni dalla fase dell’innamoramento alla crisi nel corso di vari passaggi frammentati nei quali si mescolano continuamente passato, presente e futuro.

“Essendo stata innamorata e avendo avuto stupore per la vita non è stato difficile recuperare alcune situazioni quotidiane che avevo provato. Ma è stato complesso fare il sunto di un archetipo, quindi di una lei che percorre un arco temporale che magari uno ci mette dieci o vent’anni a portare a termine. E’ stato come unire tanti piccoli pezzetti, poi è venuta fuori una collana e non me ne sono neanche resa conto”, dice Linda Caridi. E Luca Marinelli: “In effetti è stato difficile creare quest’arco e questa mappatura di ricordi. E’ una sceneggiatura davvero ricca con una struttura geniale: per la prima volta ho ragionato su come ricordiamo i ricordi”.

Tra i riferimenti del regista sia il saggio Frammenti di un discorso amoroso di Roland Barthes (“lo lessi molto tempo fa, ma direttamente o indirettamente mi ha influenzato”) sia ovviamente Eternal Sunshine of the Spotless Mind di Michel Gondry che narrava una storia d’amore attraverso i ricordi (“uno dei miei film preferiti”), nessuna influenza invece dalla serie tv The affair che racconta una relazione extraconiugale da una doppia prospettiva (“ho visto solo due puntate”). “Ho avuto più riferimenti letterari che cinematografici. Questo perché sono più i romanzi rispetto ai film a trattare le storie dal di dentro anziché dal di fuori. Ho cercato di portare più soggettività, non utilizzando la voce fuori campo, ma attraverso le immagini e i suoni”, specifica Mieli che ha lavorato a lungo soprattutto in fase di montaggio e di postproduzione: “E’ stato un lavoro infinito e certosino, di cesello”.

Presentato nel corso delle Giornate degli Autori alla scorsa edizione della Mostra del cinema di Venezia, il film, prodotto dalla Bibi Film di Angelo Barbagallo e coprodotto da Les films d’ici con Rai Cinema in collaborazione con Cattleya, ha vinto il Premio del pubblico e ora sta uscendo anche all’estero, in diversi paesi come l’Argentina, il Brasile e la Francia. 

Un finale aperto: tra i due protagonisti rinasce l’amore o no? “La risposta spetta al pubblico. Chi è più ottimista la vedrà in un certo modo, chi invece è più pessimista in un altro. Non lo sappiamo. Anche quello è un ricordo e dopo il futuro c’è sempre un altro futuro”, conclude Marinelli.