Sarà difficile che l'Austria possa ripetere l'en plein francese dello scorso anno (The Artist), ma anche per l'85° edizione degli Academy Awards - nelle categorie più importanti - gareggerà un film non americano: è Amour di Michael Haneke, già Palma d'Oro a Cannes, miglior film europeo dell'anno e miglior film 2012 per la US National Society of Film Critics. L'Oscar che si porterà via, quasi sicuramente, sarà quello per il miglior film straniero, più la soddisfazione di aver centrato la nomination per la categoria dei migliori film in generale, per la regia, la sceneggiatura originale e per aver portato l'attrice più anziana di sempre (Emmanuelle Riva) alla candidatura.
Per il resto, ovviamente, sarà solo America (o quasi). E' curioso notare, infatti, come i due film con più nomination, Lincoln di Steven Spielberg (12) e Life of Pi di Ang Lee (11), siano il primo una coproduzione Usa/India, il secondo Usa/China: l'Inghilterra ci prova con Anna Karenina di Joe Wright (4 nomination tecniche) ma soprattutto con Lés Miserables (8 nomination) di Tom Hooper (che tenta il bis dopo il trionfo di due anni fa con Il discorso del re), anche se è rimasto fuori dalla cinquina dei migliori registi. Ed è proprio questa la categoria dove a far più rumore sono gli assenti: Kathryn Bigelow (Zero Dark Thirty, 5 nomination, tra cui miglior film), Ben Affleck (Argo, 7 nomination, tra cui miglior film), Quentin Tarantino (Django Unchained, 5 nomination tra cui miglior film) e Paul Thomas Anderson, il cui The Master ottiene solo tre nomination, tutte per gli interpreti (Joaquin Phoenix tra gli attori protagonisti, Philip Seymour Hoffman tra i non protagonisti e Amy Adams tra le attrici non protagoniste). A dettare legge in queste categorie è Silver Linings Playbook di David O. Russell: 4 delle 8 nomination ottenute, infatti, sono quelle di Bradley Cooper (protagonista), Jennifer Lawrence (protagonista), Robert De Niro (21 anni dopo l'ultima candidatura, non protagonista) e Jacki Weaver (non protagonista).
L'85° edizione degli Academy Awards guarda anche alle nuove leve: Beasts of the Southern Wild dell'esordiente Benh Zeitlin ottiene 4 nomination, tra le quali miglior film, regia e attrice protagonista (Quvenzhané Wallis, 9 anni, l'interprete più giovane mai candidata all'Oscar). Era dal 2010 (con District 9 di Neill Blomkamp) che un'opera prima non era nominata tra i migliori film.
Tornando agli esclusi eccellenti, non fa ormai più notizia lo snobismo dell'Academy nei confronti di Leonardo Di Caprio (anche se, ad onor del vero, Django Unchained già conta la presenza di Christoph Waltz tra i cinque attori non protagonisti), come era prevedibile il poco impatto che avrebbe avuto Lo Hobbit di Peter Jackson (3 nomination tecniche, tra cui gli effetti visivi), mentre può sorprendere la totale assenza, da ogni categoria, di Dark Knight Rises di Christopher Nolan.
Come in ogni competizione che si rispetti, però, alla fine contano i presenti. E se tutto porta a credere che Lincoln sarà il grande protagonista della notte degli Oscar 2013 (prevista il 24 febbraio al Dolby Theatre di Los Angeles), è meglio non dimenticare di fare i conti con la cabala: l'ultima statuetta vinta da Spielberg come regista è datata 1999 (Salvate il soldato Ryan), anno in cui a trionfare come miglior film fu Shakespeare in Love di John Madden. Evento raro, quello che prevede la non accoppiata miglior film e miglior regista: l'ultima volta è avvenuto nel 2006, quando Crash di Paul Haggis vinse come miglior film, mentre I segreti di Brokeback Mountain si aggiudicò la statuetta per la regia. Guarda caso di Ang Lee...