“Un’ora sola ti vorrei, per dirti quello che non sai”, cantava Ornella Vanoni nel 1967. Ne è passato di tempo e adesso, all’età di ottantasette anni, in poco più di un’ora (dura 80 minuti) la Vanoni si racconta davanti alla macchina da presa nel documentario di Elisa Fuksas.

In realtà non è la prima volta, anzi, sulla famosa cantante si è già detto e si è già visto di tutto. Quindi quale, per citare un’altra sua canzone, “la ragione di più” per fare un film su di lei?  “In realtà non volevo fare un film sulla Vanoni. Mi ha convinto Malcom Pagani, che ha deciso di produrlo. Sono andata a casa di Ornella a Milano e l’ho conosciuta. Abbiamo parlato di tutto, spaziando dal sesso ai cani, ma mai del doc. Per me lei è l’ultimo mito di un secolo che si è estinto. Quando canta è posseduta dal talento, poi torna una persona come noi. Incarna la libertà e questo è l’aspetto rivoluzionario di questa donna che è al tempo stesso: insopportabile ed irresistibile. Non è un personaggio semplice, ma si è fidata di me perché mi sono accorta che era timida”, risponde Elisa Fuksas che nel 2020 aveva già diretto un altro doc dal titolo iSola.

Presentato alle Giornate degli Autori, alla Mostra del cinema di Venezia, in uscita nelle sale il 24 febbraio (in anteprima il 21-22-23 febbraio) distribuito da I Wonder Pictures, il doc s’intitola Senza fine ed è ambientato in una zona termale dentro un hotel anni ’40 tra trattamenti, saune e massaggi.

Da ragazza di “una timidezza mortale” a donna “spudorata”, la Vanoni si racconta con le sue passioni (“quelle di quando hai voglia di mangiarla una persona”) e con le sue mancanze (“vivo sola da tanti anni e mi manca la tenerezza, la carezza, l’abbraccio”), ricordando i suoi amori (“quando ho incontrato Gino Paoli è successo un casino”; “sempre poveri me li sono presi, sono diventati ricchi sempre dopo che ci eravamo lasciati”), i suoi amici (Jannacci, Pozzetto, Gaber, Fresu, Capossela), le sue canzoni (“non capisco perché quella canzone, L’appuntamento, con quella sfigata che aspetta sotto la pioggia piaccia tanto”) e parlando della sua età (“sto vivendo una vecchiaia per niente angosciata, mi sono liberata da tante paure e da tanti tabù”).

Segno zodiacale Vergine. “Dovrei essere ordinata”, dice nel doc, ma lei di sicuro non lo è e il caos ha regnato anche durante le riprese. “Il set era un gran casino- racconta la regista-. In un’altra situazione avrei fatto una strage, invece ho capito che doveva essere così: confuso. Il soggetto per la sceneggiatura erano poche pagine. Piano piano si è pulito dalla sovrastruttura di partenza che alla fine era una stupida premessa, piena di dogmi e c’è stato un effetto Vanoni”.

E il produttore Malcom Pagani (il film è prodotto da Pagani e Moreno Zani per Tenderstories; Mario Gianani e Lorenzo Gangarossa per Wildeside; e da Indiana Production): “La troupe era in rotta. Spesso non si sapeva che cosa ne sarebbe stato di Ornella che ogni tanto spariva e poi riappariva. Faceva caldo e stavamo nella pianura Padana con la Vanoni che tutti i giorni ci diceva: “Volete uccidermi”. Per fare il film non sarebbero bastate otto settimane, perché si girava solo due ore al giorno. La situazione ha fatto però scaturire il guizzo di Elisa”.

Di fatto è proprio dai vuoti e dalle domande lasciate senza risposta, e soprattutto dal ritmo dettato dalla stessa Vanoni, che esce fuori un ritratto inedito del personaggio. D’altronde come precisa la stessa regista: “Non volevo che Ornella si sedesse sul divano con il repertorio che tutti conoscono e che già ci è stato raccontato milioni di volte. Per questo c’è Youtube. Io ho assecondato il caos. La volevo fare vedere in modo nuovo. Anche per questo ho ripreso molto il suo corpo. Lei non si era mai spogliata e mi diceva sempre che voleva apparire per come era, senza veli. Allora le ho detto spogliati e lei è stata al gioco”.

Infine conclude il distributore Andrea Romeo: “La Fuksas ha dato un tratto originale e coraggioso a quello che credo sia il ritratto che ogni artista vorrebbe. È un film personale e istintivo e molto riuscito. La Vanoni è sicuramente un personaggio mondiale e dal Sud America in poi le sue canzoni emozionano un pubblico amplissimo”.