Michael Moore punta il dito contro Mel Gibson. Il regista e attore australiano avrebbe dovuto produrre con la sua Icon il documentario anti-Bush vincitore della Palma d'Oro a Cannes, Fahrenheit 9/11 ma, secondo quanto sostiene Moore, Gibson si sarebbe tirato indietro dopo essere stato avvisato che non avrebbe più potuto mettere piede alla Casa Bianca. "Stavo per iniziare la lavorazione del film - racconta il regista di Fahrenheit 9/11 - quando ho ricevuto una telefonata dal mio agente, il quale mi spiegava di essere stato contattato da qualcuno della Icon per sapere come fare per recedere dal contratto. Spiegavano di aver ricevuto numerose chiamate da esponenti di spicco Repubblicani nelle quali si faceva chiaramente intendere che Gibson non avrebbe ricevuto più alcun invito alla Casa Bianca se avesse finanziato il mio film". A raccogliere l'eredità della Icon, poi uscita dal progetto, è stata la Miramax di Harvey Weinstein. Fahrenheit 9/11 racconta i rapporti tra il presidente Usa e la famiglia di Bin Landen e di come la tragedia dell'11 settembre sia stata strumentalizzata per giustificare la guerra in Iraq. Negli Usa il filmato è vicino al record (per un documentario) dei 100 milioni di dollari d'incasso, traguardo già raggiunto se si sommano i ricavi ottenuti all'estero. In Italia uscirà il 27 settembre distribuito dalla Bim.