Il festival del cinema Africano d'Asia e America Latina è un'occasione preziosa per vedere il mondo con gli occhi di un linguaggio cinematografico che racconta storie chiare, semplici e reali. L'immigrazione, l'aborto, la perdita di affetti importanti, la ricerca di se stessi, i conflitti tra nuovo e tradizione, sono le tematiche più ricorrenti, tutte rivisitate con il viaggio, che diventa tramite metaforico o reale, per raggiungere ciò che si desidera e si sogna grazie alla speranza, alla tenacia, alla forza di ricominciare. Il film vincitore Buddha Collapsed out of Shame di Hana Makhmalbaf è la commovente sfida di una bambina che lotta contro il potere e la violenza del mondo adulto e dei suoi coetanei per realizzare il desiderio di andare a scuola. Altro film premiato, La Maison Jaune di Amor Hakkar. Difficile viaggio di un contadino con un triciclo a motore verso Algeri, per recuperare il corpo del figlio militare morto durante un'imboscata. Terra sonnambula di Teresa Prata ha vinto il premio Signis. Un uomo e un bambino, travolti e stravolti dalla sanguinosa guerra civile che dilania il Mozambico, viaggiano insieme confrontandosi giornalmente con l'imprevisto e la morte. Un diario ritrovato per caso, rappresenterà per entrambi il nutrimento al loro desiderio di sperare nel futuro e cancellare il passato. Pellicola particolarmente apprezzata dal pubblico è Andalucia di Alain Gomis. Yacine, un moderno clochard, guida lo spettatore in un viaggio attraverso la società e la sua stessa vita interiore. La sua inadeguatezza a tutto ciò che è ordinario si esprime tramite una sensibilità estrema che lo spinge verso una incessante ricerca di sé e della propria pace interiore. Il premio miglior cortometraggio è stato assegnato a Sarah di Khadija Leclère. Ritratto di una giovane donna, in bilico tra passato e presente, che intraprende il faticoso viaggio di ritorno alla sua terra d'origine, il Marocco, per incontrare per la prima e ultima volta sua madre. Questa 18° edizione ha confermato che si tratta di un appuntamento importante per nutrirsi di un cinema che difende le idee, libero da condizionamenti legati al budget e alla distribuzione del film, come sempre più spesso accade in Italia. Accanto alla proiezione dei numerosi film, il festival ha inoltre colorato Milano con i suoni e i sapori dell'Africa alla "casa del pane": uno spazio che ha accolto ospiti, il pubblico e addetti ai lavori per incontri con registi e produttori, danze e degustazioni tipiche.